Quando un gesto abituale e apparentemente innocuo diventa rischioso: il caso di Enemonzo

Due escursionisti muoiono a Enemonzo precipitando per 30 metri mentre raccoglievano vischio. La tragedia richiama l’importanza dell’equipaggiamento adeguato anche per attività semplici, ricordando che in montagna il rischio zero non esiste.

Un pomeriggio che doveva essere dedicato a un gesto antico e familiare come raccogliere un po’ di vischio in vista del Natale, si è trasformato in una tragedia nei boschi di Enemonzo, in Friuli. Due uomini, di 55 e 60 anni, residenti a Udine e Portogruaro, hanno perso la vita precipitando per circa trenta metri da una parete rocciosa. A dare l’allarme è stata la terza persona che era con loro, rimasta più a monte dopo aver compreso la pericolosità del terreno.

Le squadre dei Vigili del fuoco, dell’elisoccorso regionale, della Guardia di Finanza, del Soccorso Alpino e Speleologico e dei Carabinieri sono arrivate in pochi minuti. Ma per i due uomini non c’era ormai più nulla da fare: sono stati trovati privi di vita ai piedi della parete, in una zona particolarmente ripida e insidiosa. Secondo una prima ricostruzione, uno dei due si sarebbe avvicinato al bordo per raggiungere un ramo da cui prelevare il vischio; l’appoggio avrebbe ceduto, facendolo scivolare nel vuoto. Il compagno, accorso nel tentativo di aiutarlo, sarebbe precipitato a sua volta.

È una vicenda che colpisce e addolora. Due persone partite per un’attività semplice, familiare, legata alle tradizioni natalizie, che non sono più tornate a casa. E proprio per questo impone una riflessione: la montagna non fa distinzione tra attività “tecniche” e attività “banali”. Anche un breve tratto ghiaioso, anche un bosco vicino al fondovalle, anche un gesto che crediamo innocuo può trasformarsi in un terreno insidioso se affrontato senza la giusta preparazione e senza equipaggiamento adeguato.

Scegliere la calzatura o l'attrezzatura non è un dettaglio. Sono variabili che, in un ambiente naturale, amplificano il rischio. Bastano pochi passi fuori sentiero, un appoggio instabile, un ramo che cede, per trovarsi improvvisamente in difficoltà e in quelle condizioni, recuperare equilibrio o arrestare una scivolata diventa quasi impossibile.

Non esiste mai la certezza assoluta di non incorrere in un incidente: il rischio zero, come ripete spesso il CNSAS, in montagna come altrove, non esiste. Ma questo non ci esonera dalla responsabilità di abbassare quel rischio il più possibile. Preparazione, attenzione, scelta dell’attrezzatura e consapevolezza dell’ambiente sono strumenti tanto importanti quanto ramponi, corde o piccozze nelle attività più impegnative e di tipo alpinistico. Anche per raccogliere il muschio del presepe o il vischio di Natale, anche per “fare un giro veloce”: la prudenza non è mai troppa.

Un tragico epilogo che ricorda, con durezza, quanto l’ambiente montano richieda sempre attenzione e rispetto: non per giudicare le scelte di chi è rimasto coinvolto, ma per ribadire che anche un gesto abituale può trasformarsi rapidamente in una situazione fuori controllo.