Rapporto Orso Marsicano 2024: dieci anni di conservazione tra sfide e progressi

Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ha di recente diffuso la X edizione del Rapporto Orso marsicano 2024, pubblicazione scientifico-divulgativa dedicata alle attività di conservazione della specie simbolo dell'area protetta. 104 pagine ricche di dati, che aiutano a comprendere se e cosa è cambiato in 10 anni...
Famiglia di orsi bruni marsicani © Facebook

Il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ha di recente diffuso il Rapporto Orso marsicano 2024, pubblicazione scientifico-divulgativa dedicata alle attività di conservazione dell'iconica specie, simbolo dell'area protetta, giunta quest’anno alla sua decima edizione. 

Nato nel 2015, il Rapporto Orso Marsicano è stato creato con l'obiettivo di offrire una comunicazione trasparente e accessibile sulla conservazione dell'orso bruno marsicano, un argomento di crescente interesse per il pubblico. Annualmente, il documento si prefigge di illustrare, in maniera dettagliata ma al contempo di facile comprensione per il vasto pubblico, il lavoro svolto dai vari soggetti istituzionali e dalle ONG, a tutela della specie endemica dell'Appennino Centrale. Non solo, ma anche di fornire informazioni utili a quanti possano essere interessati ad approfondire il tema e a impegnarsi attivamente nella sua salvaguardia. Per proteggere l'orso marsicano e favorirne l’espansione sul territorio appenninico, è infatti importante una cooperazione tra enti e cittadini.

Il Rapporto Orso Marsicano 2024 è suddiviso in due parti. La prima è dedicata alle attività svolte dal Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM). Mentre la seconda raccoglie i contributi di altri enti impegnati nella tutela della specie, come aree protette, Regioni, Carabinieri Forestali, Istituti di ricerca e Associazioni ambientaliste. In 140 pagine vengono descritte nel dettaglio le attività svolte, i dati raccolti nel corso dell’anno, le eventuali criticità incontrate. 

Quest'anno il Rapporto presenta inoltre una dedica speciale, a Ivana Pizzol, biologa e funzionaria della Direzione Ambiente della Regione Lazio, attivamente impegnata nella conservazione dell’orso marsicano, venuta prematuramente a mancare nel mese di marzo. 

 

Una finestra sul mondo dell'orso marsicano

Nelle prime pagine del Rapporto, dedicate al monitoraggio della specie, si ritrovano nomi divenuti familiari negli anni agli appassionati di montagna e di fauna del Parco. Come l’orsa Petra, che fin da cucciola ha mostrato comportamenti confidenti nei confronti dell’uomo e che, nel 2024, è stata avvistata più volte tra le vie di Lecce nei Marsi insieme ai suoi cuccioli, alla ricerca di cibo tra i rifiuti. O l’orsa Gemma, una veterana del Parco, che si stima avere una età di circa 25 anni. E ancora Bambina, Giacomina e altri esemplari, dei quali vengono evidenziati eventuali atteggiamenti di confidenza verso l’uomo o comportamenti opportunisti.

Spazio è dedicato anche ai cuccioli dell’orsa Amarena che, rimasti orfani a seguito dell’uccisione della madre nel 2023, sono stati monitorati nei giorni successivi all’accaduto dagli esperti del Parco, per verificare una eventuale necessità di cattura. I cuccioli hanno fortunatamente mostrato una pronta capacità di muoversi autonomamente sul territorio, da cui la decisione di lasciarli in natura.

A seguire, vengono riportati i dati relativi alla conta delle femmine con cuccioli, metodologia che consente di monitorare il successo riproduttivo e i dati di mortalità, dettagliando per ciascun esemplare deceduto nel 2024, le cause di morte. E ancora i dati relativi ai danni da orso e relativi indennizzi e approfondimenti sulle misure di prevenzione, sul monitoraggio sanitario e le attività di sorveglianza coordinate dal Parco, sul lavoro svolto dalle unità cinofile antiveleno dei Carabinieri Forestali (U.C.A.) e sull’impegno nella divulgazione e nell’educazione ambientale, mostrato dall’Ente mediante attività di comunicazione, su piccola e vasta scala, e attività didattiche. 

La seconda parte del Rapporto, come anticipato, è dedicata alle iniziative di salvaguardia dell’orso poste in essere in altre aree protette della rete di monitoraggio dell’orso marsicano (Parco Nazionale della Maiella, Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, Parco Regionale Sirente Velino, Riserva Naturale Regionale Monte Genzana Alto Gizio, Riserva Regionale Zompo lo Schioppo, Riserva Regionale Gole del Sagittario, Riserva Regionale Lago di San Domenico e Lago Pio). E all’impegno a tutela della specie, dimostrato da associazioni quali WWF, Salviamo l’orso e Rewilding Apennines.

 

Cosa è cambiato in 10 anni?

A tirare le somme di questo decennio di impegno a tutela dell'orso marsicano, raccontato attraverso le 10 pubblicazioni del Rapporto, è il Direttore del PNALM, Luciano Sammarone, le cui parole fungono da introduzione al documento. 

“Dieci anni sono un tempo breve nella storia dell’orso bruno marsicano, ma comunque utile per valutare se e cosa è cambiato, e come rimodulare le priorità nelle azioni da mettere in campo per la tutela a lungo termine di questa popolazione”, scrive il Direttore.

Quel che è stato possibile osservare nell’arco di un decennio, dato estremamente positivo, è la presenza di un trend positivo, con un aumento delle nascite del 53% (104 cuccioli contro i 68 del decennio precedente), e una contemporanea diminuzione del 12% della mortalità. Sono cresciuti anche i nuclei familiari, passando da una media annua di 3,4 a 5,1.

Nonostante i dati incoraggianti, la conservazione rimane una sfida complessa a causa di diverse minacce, la maggior parte delle quali legate all'uomo. La prima causa di morte per l’orso marsicano risultano essere infatti gli incidenti stradali. Accanto a questi, le uccisioni per arma da fuoco e i casi di bracconaggio. Sono stati inoltre registrati casi di annegamento, causati da mancata manutenzione di una pozza privata, a evidenziare l’importanza di controlli costanti sulle strutture presenti nelle aree visitate dagli orsi che possano rappresentare un pericolo per la loro incolumità. Di contro, si registra nell’ultimo decennio l’assenza di casi di morte da avvelenamento. Un dato positivo da attribuirsi soprattutto al lavoro dei Nuclei Cinofili Antiveleno dei Carabinieri Forestali e di altre organizzazioni.

In 10 anni l’orso marsicano ha inoltre espanso il suo areale, andando a occupare nuovi territori al di fuori delle aree protette, il che rende cruciale la collaborazione con i territori limitrofi. Un fenomeno divenuto sempre più evidente nel corso dell’ultimo decennio, è la crescente confidenza dell’orso marsicano, da imputarsi non alla fame ma a diversi fattori, tra cui la facile disponibilità di cibo e la competizione tra esemplari. Contrastare il diffondersi di tali atteggiamenti è una nuova sfida, in cui gioca un ruolo cruciale la gestione dei rifiuti.

Obiettivamente, un decennio in cui si sono registrati diversi dati positivi ma, come commenta il Direttore in chiusura del suo intervento, “le minacce sono ancora tante e la strada della conservazione è ancora in salita, soprattutto se ogni Ente e ogni cittadino non deciderà di fare, in modo consapevole e responsabile, la propria parte”.

Il Rapporto orso 2024 è disponibile in forma cartacea presso i Centri Visita e gli Infopoint del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise, e in versione digitale sul sito ufficiale del Parco.