"Resurrection", nuova via per Weldfringer e Parmentier a Punta Lunarda

I due alpinisti hanno raggiunto la Corsica in tandem e barca a vela, quindi hanno aperto un itinerario di 250 metri con difficoltà suggerite fino a 8c+/9a

Ci sono imprese alpinistiche che vanno al di là del semplice gesto tecnico e che meritano attenzione per l'aria di novità che portano all'interno del panorama alpinistico. Una tra queste è sicuramente quella conclusa quest'autunno da Symon Welfringer e Hugo Parmentier. I due alpinisti, seguiti dal fotografo Arthur Delicque, sono partiti quest'autunno da Grenoble per aprire una nuova via multi-pitch in Corsica e hanno deciso di viaggiare contando solo sulle proprie forze: pedalando e navigando, mettendo l'avventura al centro, piuttosto che la sola arrampicata pura. Questo non vuol dire che alla fine non sia nata una via estremamente difficile: lungo i suoi 250 metri, Resurrection arriva a un grado massimo suggerito di 8c+/9a, in attesa di prossime ripetizioni. Nel frattempo sono arrivati i complimenti di “colleghi” del calibro di Benjamin Vedrines e Jacopo Larcher e la linea attrezzata sicuramente attirerà più di uno scalatore in futuro.

La "missione" si è presentata subito suggestiva ed estremamente intrigante. L'obiettivo era chiaro, ma realizzarlo apriva la spedizione a diversi interrogativi: il target era raggiungere Punta Lunarda, uno dei monoliti più iconici del massiccio di Bavella. Ma il mezzo per arrivarci era importante tanto quanto il progetto stesso. "Volevo dimostrare che si possono scalare vie multi-pitch estreme senza utilizzare l'auto" ha spiegato Parmentier. I due scalatori sono partiti da Grenoble il 21 ottobre in tandem, direzione Saint-Mandrier-sur-Mer. La località di mare è stata raggiunta dopo 320 km, con 3.000 metri di dislivello positivo divorati attraversarono paesaggi familiari: Céüse, Volx, le strade delle Gole del Verdon. Nonostante il freddo e un fastidioso dolore al ginocchio che si è fatto insopportabile quando mancavano ancora 100 chilometri, Hugo ha stretto i denti.

Non c'è stato riposo però, una volta arrivati alla costa. Il maltempo era in agguato e per sfruttare la finestra meteo prima che la tempesta Benjamin si abbattesse sulla barca, Welfringer e Parmentier hanno dovuto rinunciare a una meritatissima notte di riposo. Nonostante la pronta partenza, il mare si è fatto brutto non appena la spedizione ha lasciato il porto. La navigazione non è stata facile e solo dopo 36 ore gli alpinisti hanno raggiunto la Corsica, giusto in tempo prima che la tempesta colpisse l'isola.

Il giorno successivo, lo scenario è cambiato nuovamente: arrivati a Bavella, Punta Lunarda si ergeva in maniera nitida sull'orizzonte. L'arrampicata si è fatta difficile e in un certo senso lenta fin dal principio, con i due alpinisti decisi a spittare la via interamente dal basso, senza garanzie di riuscire a uscire in vetta per la linea scelta. L'umore della cordata ha subito i fisiologici alti e bassi che un lavoro del genere porta con sé. Dopo due settimane di intenso lavoro, Hugo e Symon hanno finalmente raggiunto la vetta. 

"Siamo convinti che la via possa essere salita interamente in libera. Ma sposta davvero i limiti di ciò che è possibile su una via a più tiri".

Le difficoltà incontrate però hanno superato di gran lunga qualsiasi immaginazione. "Siamo convinti che la via possa essere salita interamente in libera. Ma sposta davvero i limiti di ciò che è possibile su una via a più tiri". Welfringer e Parmentier non hanno completato tutti i movimenti, ma le loro prime impressioni possono dare un'idea della sfida: tre lunghezze che si aggirano sul 9a. I due descrivono un tiro intorno all'8c+/9a, un secondo su una placca di circa 8c+/9a, e un terzo, in cresta, probabilmente intorno al nono grado. "Onestamente, questa via è ancora un mistero! Non so nemmeno se alcune sezioni siano effettivamente fattibili. Finché non saranno completati tutti i movimenti, rimarrò scettico. Quel che è certo è che è estremamente difficile" ammette Hugo.

Approfittando di qualche giorno in più, i due hanno deciso di provare altre vie leggendarie della zona: L'Archeron, che presenta un tiro presumibilmente di 9a+/b, e Storia di Amicizia, valutata 8b+, su granito. Welfringer e Parmentier hanno trovato pane per i loro denti: prese che si strappavano, sezioni assolutamente compatte e passaggi che sembravano finire nel nulla. “Pensiamo che queste vie semplicemente non siano scalabili in libera”, è stata la loro conclusione.