Parco Naturale dell'Adamello © Wikimedia CommonsIn un momento storico in cui la salvaguardia delle montagne deve essere al centro delle politiche ambientali, la riperimetrazione del Parco dell’Adamello solleva forti critiche da parte di associazioni e istituzioni ambientaliste. Il 28 luglio 2025, l’Assemblea della Comunità Montana Valle Camonica ha approvato nuove linee guida che restringono i vincoli ambientali, escludendo zone antropizzate ad alta densità. Nel contempo, un ordine del giorno approvato in Regione Lombardia sostiene la possibilità di ridefinire confini dei parchi naturali secondo logiche locali e a breve termine.
Anche il Club Alpino Italiano si è espresso con fermezza. “La possibile riperimetrazione al ribasso può incidere anche sui ghiacciai, oltre ad abbassare il livello di protezione nei pressi dei centri abitati, esponendo aree sensibili a interventi impattanti” commenta Mario Vaccarella, delegato CAI per le tematiche ambientali e componente aggiunto del Comitato direttivo centrale.
“La popolazione ha il diritto di sapere cosa sta succedendo. I cittadini devono essere messi in condizione di partecipare a questa decisione, che riguarda l’equilibrio tra tutela ambientale e sviluppo economico sostenibile” ha dichiarato la presidente regionale della commissione TAM (Tutela Ambiente Montano), Veronica Vismara, a Brescia Oggi.
CIPRA Italia
Come il CAI, anche CIPRA Italia, la rappresentanza nazionale della Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi, si è espressa duramente contro l’iniziativa. Di seguito il comunicato ufficiale, pubblicato integralmente:
CIPRA Italia – la rappresentanza italiana della Commissione internazionale per la protezione delle Alpi – esprime forte preoccupazione per quanto sta avvenendo al Parco dell’Adamello. Il 28 luglio l’Assemblea della Comunità Montana Valle Camonica ha approvato le nuove linee di indirizzo che prevedono la riperimetrazione dell’area protetta, confinando alle quote più elevate le norme di tutela ambientale e tagliando fuori le zone con elevata incidenza antropica, come se queste non necessitassero di protezione. Pochi giorni prima, in Regione Lombardia è stato presentato e approvato un Ordine del giorno che prevede la “ridefinizione dei confini di un parco”.
Per CIPRA Italia si tratta di un esempio di attuazione al contrario del Protocollo “Protezione della natura” della Convenzione delle Alpi, proprio nel biennio italiano di presidenza della Convenzione. Ancora una volta dall’Italia arriva un pessimo segnale.
Pensare di poter ridefinire in qualsiasi momento i confini di un’area protetta, escludendo centri abitati o zone in cui poter effettuare nuove infrastrutturazioni, mira ad ottenere consenso elettorale sul breve periodo, ma significa compromettere quanto con fatica è stato realizzato dal sistema delle aree protette.
In un momento in cui, anche a causa della crisi climatica, le aree protette sono chiamate ad essere modelli di riferimento tramite l’attuazione di strategie di adattamento al cambiamento climatico oltre che per le azioni in cui riescono a far coesistere sviluppo locale e tutela, dalla Lombardia e dalla Valle Camonica arriva un chiaro segnale che va nella direzione dello svilimento delle direttive comunitarie di tutela e della legittimazione di interventi con impatto sull’ambiente anche in aree di pregio naturalistico.
Oggi il Parco dell’Adamello gestisce ben 16 siti Natura 2000 e si occupa di gestione forestale e pascoliva. Il Parco necessita di poterlo continuare a fare sviluppando una pianificazione di area vasta, non confinando la tutela alle alte quote e tagliando parte dell’attuale superficie protetta.