Rischio glaciale e periglaciale: il CAI al convegno della Protezione Civile. Un contributo per prevenzione e sicurezza

Dal tragico evento della Marmolada nasce un percorso condiviso per affrontare i rischi in ambiente alpino. Al convegno promosso dalla Protezione Civile, il CAI ha partecipato a tutti i tavoli tematici, portando al centro il tema del permafrost, della responsabilità e della formazione per la sicurezza in montagna.
Il crollo del ghiacciao della Mamolada © CNSAS

In seguito alla tragica tragedia della Marmolada del 3 luglio 2022, che ha causato la perdita di 11 vite, il tema della sicurezza in ambiente glaciale e periglaciale è diventato centrale nel dibattito scientifico e istituzionale. Per questa ragione la Protezione Civile italiana ha promosso un percorso strutturato di analisi e azione, culminato nel Convegno “Rischio glaciale e periglaciale in ambiente alpino: azioni strategiche in materia di conoscenza, comunicazione e formazione”, che si è tenuto lo scorso 16 dicembre e che ha visto la partecipazione attiva del Club Alpino Italiano.

Il CAI, rappresentato dal Coordinatore dell’Osservatorio Nazionale Incidenti in Montagna Alberto Pirovano, ha preso parte a tutti e tre i tavoli tematici del convegno: Conoscenza, Informazione e sensibilizzazione, Formazione. La presenza costante del CAI ha permesso di portare in primo piano alcune priorità strategiche legate alla gestione del rischio in montagna. Segnaliamo, tra l'altro, anche la presenza del Soccorso Alpino e Speleologico, rappresentato da Adriano Favre, nei tavoli dedicati a Informazione e sensibilizzazione e Formazione. Oltre questi due enti i tavoli hanno visto la partecipazione dei Carabinieri, del CNR, della Fondazione Montagna Sicura, dei Vigili del Fuoco e di numerosi altri enti.

La partecipazione del CAI al convegno ribadisce l’impegno dell’associazione nel mettere mano alla responsabilità nella gestione dei rischi, nonché nel promuovere una cultura della sicurezza condivisa. Il cambiamento climatico ha reso sempre più fragile il paesaggio montano: solo con un approccio integrato, che unisca conoscenza scientifica, comunicazione efficace e formazione mirata, è possibile prevenire tragedie come quella della Marmolada.

 

Conoscere per prevenire

Nel tavolo dedicato alla Conoscenza, il CAI ha sottolineato come oggi non sia più sufficiente limitarsi a parlare di ghiacciai e dei pericoli legati a questi. Il vero tema del momento è il permafrost. Il fenomeno di defrizing, del decongelamento, sta interessando anche quote intermedie e zone basse delle Dolomiti, creando continui crolli e nuove criticità, soprattutto nei mesi più caldi. L’analisi dei ghiacciai attraverso screening, modellazioni numeriche e sistemi di monitoraggio, già avviata su aree ad alta frequentazione e zone antropizzate, è fondamentale per individuare aree a rischio e prevenire incidenti futuri.

 

Comunicare il rischio

Nel tavolo dedicato a Informazione e sensibilizzazione si è parlato di come delineare strategie di comunicazione mirate per diversi ambiti: aree antropizzate, territori aperti di alta montagna e aree ad alta frequentazione. L’obiettivo è migliorare la consapevolezza del rischio, diffondere comportamenti sicuri e integrare la comunicazione nella pianificazione della Protezione Civile. Particolare attenzione è stata data alla formazione delle guide alpine e degli operatori di settore, essenziali per veicolare informazioni corrette a turisti, escursionisti e comunità locali.

 

Formazione: competenze per tutti i livelli

Il tavolo dedicato alla Formazione ha evidenziato la necessità di un approccio formativo articolato su tre livelli: base, intermedio e avanzato. Questo sistema consente di trasmettere le competenze necessarie a comprendere fenomeni glaciali e periglaciali, valutare rischi e intervenire in situazioni di emergenza. La formazione non riguarda solo operatori professionali, ma anche escursionisti e utenti dei territori montani, con corsi strutturati per modulare conoscenze e abilità in base alle esigenze specifiche.

 

Ascolta il convegno