Salgado e i ghiacciai del mondo: la mostra-manifesto tra Trento e Rovereto

Al Mart di Rovereto e al MUSE di Trento, oltre 60 scatti di Sebastião Salgado raccontano la bellezza e il declino dei ghiacciai. Un progetto tra arte e scienza contro la crisi climatica.

Un viaggio visivo potente, drammatico e profondamente poetico tra i ghiacci del mondo: è questo il lascito di Sebastião Salgado, il maestro della fotografia scomparso lo scorso maggio, che torna a parlare al pubblico attraverso quella che è stata definita la sua mostra-manifesto. Un tributo artistico e ambientale che unisce arte, scienza e denuncia sociale in due sedi d’eccezione: il Mart di Rovereto e il MUSE di Trento.

Oltre 60 fotografie in bianco e nero, in grande e grandissimo formato, documentano i ghiacciai delle aree più remote del pianeta - dalla Penisola Antartica all’Himalaya, dalla Patagonia alla Georgia del Sud, fino al Canada e alla Russia - luoghi di bellezza straordinaria e fragilità estrema, oggi minacciati da un’accelerata fusione dovuta alla crisi climatica.

Un’esposizione potente e attualissima, in linea con la proclamazione del 2025 come Anno Internazionale della Conservazione dei Ghiacciai da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Salgado, già autore dei progetti epocali Genesi e Amazzonia, aveva deciso di concentrare il suo sguardo sul mondo glaciale, restituendo al visitatore immagini spettacolari ma anche cariche di urgenza e consapevolezza.

 

Al MART di Rovereto

Al Mart di Rovereto, il percorso si snoda attraverso oltre 50 immagini che ritraggono ghiacciai da ogni parte del globo. Paesaggi spettrali, scolpiti dal ghiaccio e dal tempo, che appaiono come reliquie di un equilibrio climatico ormai compromesso. La mostra si conclude con una “sala video” realizzata in collaborazione con il Trento Film Festival, dove viene proiettato Icemeltland Park di Liliana Colombo, premiato con una Menzione Speciale nel 2021. Curatori della sezione audiovisiva sono Miro Forti, Rosanna Stedile e Luana Bisesti, direttrice del Festival, insieme a Gabriele Lorenzoni, curatore della mostra.

 

Al MUSE di Trento

Al MUSE di Trento, le fotografie costituiscono invece una suggestiva installazione site-specific sospesa nel “Grande Vuoto”, l’iconico spazio centrale progettato da Renzo Piano. Qui le immagini, tutte scattate nel Parco nazionale e riserva di Kluane, in Canada, dialogano direttamente con l’architettura e con la vocazione scientifica del museo.

“La conservazione dei ghiacciai non è solo una questione scientifica, ma culturale e simbolica” sottolinea Massimo Bernardi, direttore del MUSE. “Con questa mostra vogliamo contribuire a rendere accessibile una riflessione globale, attraverso un linguaggio visivo che arriva dritto all’emozione”.

I ghiacciai, che coprono circa il 10% della superficie terrestre, sono archivi viventi del passato geologico e regolatori essenziali degli equilibri climatici ed ecologici. La loro scomparsa comporta conseguenze devastanti per biodiversità, agricoltura, approvvigionamento idrico ed energia, ma anche per la memoria culturale di intere comunità montane e polari.

Il progetto è accompagnato da un catalogo edito da Contrasto, che include un saggio della climatologa Elisa Palazzi, docente di Fisica del clima all’Università di Torino, e una poesia inedita di Primo Levi risalente al 1946, intitolata Ghiacciai.

Quella di Salgado non è solo una mostra fotografica. È un atto politico, un grido d’allarme, un’estrema dichiarazione d’amore alla Terra. E forse, anche il suo testamento artistico.

La mostra è visitabile fino al termine del 2025 presso il Mart di Rovereto e il MUSE di Trento.