Schiodata una via di Sharma a Montrebei, dibattito aperto

La comunità locale si è schierata contro l'utilizzo degli spit removibili, ma anche contro le rimozioni anonime. Il caso spagnolo ben si può applicare anche in Italia
Chris Sharma in arrampicata a Montrebei © YT Chris Sharma

Chris Sharma è da lungo tempo un grande amante del sito di Montrebei, un luogo dove ha praticato psicobloc, ha aperto vie, ha dato vita a diversi progetti. Quasi una quindicina di anni fa, lo scalatore californiano, ormai spagnolo d'adozione, ha ha iniziato ad aprire una via sulla Pared de Aragon. La via consisteva in sei tiri, con difficoltà nell'ordine di 9a+, 8b+, 8c+, 8c, 7c e 8c +. L'apertura è avvenuta dal basso, come sono soliti fare i climber nella gola. Sharma aveva utilizzato spit rimovibili, uno strumento che non incontra il favore univoco della comunità dei climber. Inizialmente Chris si è dedicato alla salita assiduamente, con diversi compagni, ma ha poi messo da parte i suoi sforzi per un po', concentrandosi su altri progetti personali.

Come riporta Desnivel.com, qualche mese fa Sharma ha ripreso in mano il progetto, scoprendo solo una volta che era sul posto della schiodatura totale della via. L'iniziativa non era stata comunicata in alcun modo a Chris, che si è ritrovato faccia a faccia con la spiacevole sorpresa. Dopo la rabbia iniziale, Sharma ha deciso di parlare apertamente del suo progetto e di quale fosse l'idea alla base dello stesso. Ne è nato un dibattito, acceso, tra sostenitori e detrattori della schiodatura, anche se gli autori del gesto si sono ben guardati dall'abbandonare l'anonimato. L'aspetto positivo è che dalla discussione è nato un documento condiviso dalla comunità locale, che offre buoni spunti di riflessione.

Ne riportiamo qui alcuni passaggi, invitando chi volesse approfondire la questione a richiedere il numero di Desnivel in cui l'argomento è trattato. "Montrebei è un luogo emblematico per l'arrampicata d'avventura, dove lasciare tracce minime è sempre stato apprezzato, preservando l'aspetto psicologico della nostra passione e dove non esistono vie sportive". Dopo avere ricordato che ci sono stati altri episodi analoghi in passato, si entra nella questione e il documento prende posizione contro "il modo in cui l'attrezzatura è stata rimossa, in modo anonimo, unilaterale e senza fornire motivazione. Non è il modo più appropriato e rende difficile raggiungere un'intesa in seguito". Il documento ricorda però anche come ogni decisione che riguarda la comunità andrebbe presa condividendola. 

In questo senso, Sharma ha rivolto a tutta la comunità le proprie scuse più sincere per la propria iniziativa e ha affermato di avere infine capito quale fosse la filosofia alla base delle scelte della comunità locale. L'uso degli spit rimovibili è stato bandito, in quanto si tratterebbe di "un modo occulto di aprire dall'alto. Elimina il rischio e rende possibile salire qualsiasi parete". Si invita inoltre a non scavare prese artificiali e a lasciare spazio sufficiente tra una linea e l'altra, con particolare rispetto per le linee esistenti, che non devono subire "l'influenza delle vie nuove".

Il caso spagnolo è particolare, ma fino a un certo punto. Anche da noi ci sono siti storici letteralmente presi d'assalto da vecchi e nuovi chiodatori, che agiscono talvolta senza nemmeno consultare la comunità locale. Quanto successo a Montrebei può diventare quindi motivo di riflessione, partendo da un valore importante: il confronto sarebbe sempre una soluzione preferibile rispetto all'agire a priori, soprattutto per la comunità dei climber, per non confondere uno stile di vita rispettoso della libertà e della natura con l'anarchia.