Marmosa chachapoya - Foto Pedro Peloso © Pedro PelosoIn un'epoca in cui si pone sempre di più l’accento sulla necessità di salvaguardare la biodiversità, di fronte a un crescendo di specie che, su scala globale, si trovano a rischio estinzione, notizie riguardanti la scoperta di nuove specie, rappresentano sempre un evento in grado di destare profonda sorpresa. La natura, per quanto osteggiata dal cambiamento climatico e dall’impatto diretto umano, conserva ancora intatta la sua straordinaria capacità di sorprenderci.
Un team di scienziati americani ha annunciato nei mesi scorsi di aver identificato, tra le foreste delle Ande, un marsupiale finora sconosciuto. Il suo nome è Marmosa chachapoya. Marmosa è il nome di un genere che identifica dei piccoli marsupiali americani, noti come marmose, anche detti opossum nani o opossum-topo. Rientrano infatti nella famiglia dei Didelphidae, all’interno della quale si ritrovano gli Opossum più grandi.
Chachapoya è invece il nome di una civiltà pre-Incaica che fiorì nelle Ande settentrionali (attuale Perù), attribuito a tale popolazione proprio dagli Inca, con il significato, secondo le interpretazioni più accreditate, di “guerrieri delle nubi” o “popolo delle foreste nebulose”. Il chiaro riferimento è alle foreste in cui vivevano ed ergevano impressionanti fortezze di pietra.
Le marmose si presentano come piccoli mammiferi arboricoli, generalmente notturni, caratteristici di ambienti tropicali e subtropicali dell’America Centrale e Sud America. Prevalentemente vivono nelle foreste pluviali tropicali e nelle foreste premontane, dette anche nebulose. Ma vi sono anche specie che vivono in foreste decidue e ambienti semiaridi. Il limite altitudinale cui finora, ne era stata segnalata la presenza, risultava essere tra i 1500 e i 1800 metri.
La scoperta della nuova specie andina, che si va ad aggiungere alle 26 già note, è avvenuta invece a una quota decisamente più elevata, portando gli esperti a rivedere e ampliare le conoscenze finora disponibili sull’ecologia del genere Marmosa.
Una marmosa d'alta quota
Il piccolo opossum-topo è stato catturato a quota 2664 m nel Parque Nacional del Río Abiseo, un'area protetta sul versante orientale delle Ande peruviane.
Marmosa chachapoya ricorda nell’aspetto un topolino. Il corpo è lungo una decina di centimetri e termina con una coda che è ancora più lunga del corpo, circa 15 cm. Presenta una pelliccia dorsale bruno-rossastra, ventrale più chiara, e un muso allungato, caratterizzato dalla presenza di macchie scure che vanno a comporre una peculiare maschera facciale.
Le analisi del DNA hanno rivelato una stretta parentela con altre due specie di Marmosa, M. lepida e M. andersoni, da cui però il nuovo Opossum-topo differisce sia per caratteristiche morfologiche che per sequenze di DNA nucleare e mitocondriale.
La scoperta del piccolo esemplare, consente agli esperti di estendere la distribuzione del sottogenere di appartenenza (Stegomarmosa), finora ritenuto caratteristico esclusivamente di foreste di pianura e premontane, medesimi ambienti in cui si ritrovano i parenti M. lepida e M. andersoni. Si tratta di fatto delle prime marmose d’alta quota, rinvenute dai ricercatori.
Come sottolineato dagli autori dell’articolo dedicato alla scoperta, pubblicato sulla rivista scientifica American Museum novitates, “senza ulteriori esemplari, è difficile prevedere la distribuzione ecogeografica della nuova specie”. Prendendo in considerazione il fatto che siano davvero pochi gli esempi di piccoli mammiferi delle foreste montane, che estendono il proprio areale a quote più basse, fino alle pianure amazzoniche, “ci aspettiamo che M. chachapoya sia esclusivamente una specie di foresta montana”.
Ulteriori avvistamenti della specie, potrebbero supportare gli scienziati nel definire la specie come strettamente endemica o meno. Non si esclude infatti l’ipotesi che sia presente lungo i pendii orientali delle Ande peruviane, anche al di fuori del dipartimento San Martìn, in cui è stata localizzata.
“Tali speculazioni biogeografiche – chiariscono gli esperti - meritano di essere verificate con nuove ricerche in questa regione a lungo trascurata.”
Il Parque Nacional del Río Abiseo si sta dimostrando negli ultimi anni uno scrigno di tesori, in termini di biodiversità. Nel corso della spedizione che ha portato alla identificazione del piccolo Marmosa chachapoya, sono stati infatti avvistati e raccolti altri esemplari, potenzialmente rappresentativi di specie finora sconosciute, tra cui un roditore semi-acquatico.
Scoperte che evidenziano la necessità, non solo di esplorare maggiormente l’area ma soprattutto di salvaguardare con urgenza e impegno la biodiversità presente.