Con la sentenza n. 2202 del 2025, il Consiglio di Stato ha ribadito un principio fondamentale: le scuole montane possono chiudere solo in casi del tutto eccezionali. La decisione risponde alla necessità di garantire il diritto allo studio nelle aree interne e meno accessibili, salvaguardando al contempo il tessuto sociale e culturale delle comunità montane.
Nel caso esaminato, il Consiglio di Stato ha preso in esame la soppressione di un istituto scolastico collocato in un comune di montagna. I giudici hanno sottolineato che la normativa di settore riconosce il valore particolare di questi contesti territoriali. Le scuole in montagna non svolgono solo una funzione educativa: rappresentano un presidio fondamentale per la coesione sociale e per il contrasto allo spopolamento.
Il Collegio giudicante ha richiamato espressamente l'articolo 44 della Costituzione italiana, che prevede "provvedimenti a favore delle zone montane". Questo principio ispira tutte le politiche pubbliche che mirano a colmare il divario tra territori centrali e periferici. Chiedere ai bambini e alle famiglie di affrontare spostamenti lunghi e difficili per raggiungere una scuola distante contrasta con lo spirito di questa norma.
La proposta dell'UNCEM
Nel dibattito sulle politiche scolastiche per le aree montane, l’Uncem – Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani – ha sollecitato il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara a istituire un tavolo di confronto di alto livello con esperti, amministratori e rappresentanti istituzionali. L’obiettivo è ripensare il modello organizzativo delle scuole nei piccoli comuni, nei territori montani e nelle aree interne, tenendo conto delle sfide poste dalla Strategia Aree Interne e dalla futura legge sulla Montagna.
L’Uncem ha inoltre sottolineato l’importanza del lavoro per la riorganizzazione del sistema scolastico in relazione alla crisi demografica che colpisce molti territori montani. Fondamentale sarà l’organizzazione istituzionale a livello comunale e territoriale, con un approccio che superi campanilismi e municipalismi, puntando a un piano organizzativo nazionale elaborato dal Ministero con il contributo delle migliori competenze e delle buone pratiche sviluppate negli ultimi anni.