Gietl in fessura © S. GietlSimon Gietl è sicuramente un alpinista molto versatile ed estremamente attivo: nell'ultimo anno e mezzo ha salito, liberato e concatenato diversi itinerari in Dolomiti, in compagnia o in solitaria. Durante l'autunno scorso ha finito di liberare Blutsbrüder sulla Torre Trieste, la via aperta con Vittorio Messini e Matthias Wurzer nel 2022, in estate aveva salito Cima Una, Croda dei Toni e Cima Grande di Lavaredo in 15 ore con Dani Arnold. L'anno precedente invece aveva aperto Identität sulla Croda dei Toni, in solitaria e nuovamente in solitaria pochi giorni fa ha salito Lumina, sul Wildgall.
Come sempre attivo sulle montagne di casa, con occhio attento e la capacità di muoversi su terreni delicati, Gietl si è cimentato su una via dallo sviluppo tutto sommato contenuto (300 metri), ma affrontando un ambiente decisamente severo. Come sempre Simon si è mosso con un grande senso pratico, una buona decisione e allo stesso tempo la sensibilità necessaria per adattarsi alle condizioni incontrare, come traspare dalle sue parole. "Il primo tentativo, il 10 aprile, è fallito presto: dopo circa 50 metri, il vento forte mi ha costretto a tornare indietro. Ma non ho abbandonato il progetto. Due giorni dopo, il 12 aprile, alle 4:30 del mattino ero di nuovo al parcheggio, questa volta con un tempo calmo e leggermente nuvoloso. Grazie al fatto che avevo già depositato l'attrezzatura alla base della parete, il mio zaino era leggero e ho potuto fare buoni progressi. Il percorso che avevo scelto mi sembrava quasi troppo logico: un arco ripido e suggestivo attraverso il pilastro nord-orientale del Wildgall".
La linea di Lumina © S. Gietl
Simon ha sentito che la sfida era decisamente nelle sue corde. "Era esattamente il mio stile. L'arrampicata mista è stata impegnativa, ma comunque sempre ben protetta con friends. Tuttavia, la caduta di scaglie, detriti, richiedevano la massima attenzione. Soprattutto nella parte centrale della parete, le rocce cadute dall'alto si schiantavano ripetutamente contro la parete: un chiaro segnale d'allarme che indica che questa via dovrebbe essere affrontata solo con temperature fredde". Gietl è riuscito comunque a mantenere il focus sulla salita: "Nonostante tutta la mia concentrazione e tensione, mi sentivo immerso nel flusso. In via sono rimasti alcuni spit e un pecker, ma la linea è per la maggior parte protetta alla perfezione con piccoli friend. Quando ho raggiunto la vetta, poco dopo le 12.30, ero felicissimo: ero solo, circondato dal silenzio e dal sole. Mi sono concesso una breve pausa, ho lasciato vagare lo sguardo e mi sono goduto il momento. Una giornata fantastica, con una linea che mi è sembrata perfetta. L'ho chiamata Lumina perché il pilastro è il primo che prende il sole al mattino e diventa stupendo, come una torcia che si accende non appena i primi raggi lo colpiscono".
A dispetto di una riuscita rapida del progetto, Gietl ha corteggiato a lungo la sua via. "Ho fatto molte ricerche prima di intraprendere il progetto, ho voluto conoscere la storia delle precedenti salite per conoscere tutti i vecchi itinerari e tenerli a mente. Avevo in mente la linea da diverso tempo, da diversi anni, ma stavo aspettando il momento giusto perché ci fossereo tutte le condizioni. Anche personali. Le solitarie intraprese e concluse negli ultimi anni ovviamente mi hanno aiutato a completare il mio personale bagaglio di competenze per affrontarla".
Simon in progressione © FB Simon Gietl