Un rendering di una postazione Snowtunnel
Sciando in un prototipo di Snowtunnel
Un rendering di una postazione Snowtunnel
Un prototipo di Snowtunnel
Un rendering di una postazione Snowtunnel
Con la tavola in un prototipo di Snowtunnel
Un rendering di una postazione SnowtunnelIn un'epoca in cui il riscaldamento globale sta ridisegnando la geografia dello sci, accorciando stagioni, complicando la gestione della neve e mettendo in difficoltà interi territori alpini, nasce Snowtunnel. Un progetto australiano che promette di far sciare tutto l’anno dentro un grande cilindro in rotazione: una sorta di “ruota per criceti” innevata, dove il pendio non finisce mai.
Il tunnel, alto circa dodici metri e lungo sedici, è rivestito internamente da uno strato di neve vera, prodotto tramite sistemi di innevamento ad alta efficienza e mantenuto stabile sulle pareti grazie a una tecnologia ideata e progettata dalla startup stessa. A seconda della posizione all’interno del cilindro, gli sciatori sperimentano pendenze diverse, con la possibilità di regolare la difficoltà. L’idea è quella di offrire una discesa continua, indipendente da spazio esterno e condizioni meteorologiche.
Tra i partner tecnici figura anche l’italiana TechnoAlpin, azienda leader nell’innevamento programmato, già impegnata in progetti complessi come i grandi centri sciistici indoor in Cina. La collaborazione riguarda la fornitura di sistemi per la neve e alcune competenze legate alla gestione climatica del tunnel. L’apertura del primo Snowtunnel è annunciata per il 2027 in Australia, mentre una versione definitiva del prototipo dovrebbe essere presentata nel 2026.
L’idea è certamente audace e, secondo i promotori, vuole essere una risposta concreta alla scarsità di neve naturale, con l’ambizione di creare il primo snowpark indoor “a discesa infinita”. Ed è proprio questa ambizione a sollevare interrogativi rilevanti per chi vive e tutela la montagna. L’impatto energetico di una struttura di questo tipo non è ancora stato reso pubblico: mantenere temperature sotto zero, far ruotare l’intero cilindro e gestire l’umidità richiede un consumo non trascurabile. È altrettanto difficile pensare di replicare la componente paesaggistica, culturale ed emotiva che rende lo sci un modo per abitare la montagna, non solo per scivolare sulla neve.
Nel momento in cui si cercano soluzioni per garantire il futuro degli sport invernali, progetti come questo invitano a riflettere non solo su come scieremo, ma soprattutto dove e perché vorremo continuare a farlo.