SOS Adamello: il grido europeo per salvare i ghiacciai

Legambiente, CAI e oltre 80 organizzazioni europee guidano una mobilitazione che dà il via alla Carovana dei Ghiacciai 2025, per difendere queste sentinelle della crisi climatica.

Sul più grande ghiacciaio delle Alpi italiane, quello dell’Adamello, la crisi climatica ha lasciato un’impronta profonda e visibile: 127 metri di arretramento frontale solo nel 2024. Un dato allarmante, ma non isolato: nel 2022 il ritiro era stato di 114 metri, nel 2021 di 90 metri, con un costante peggioramento del bilancio di massa glaciale. Ed è proprio qui, a oltre 3000 metri, che si è svolto SOS Adamello, il flash mob promosso da Legambiente, CAI, Fondazione Glaciologica Italiana, CIPRA Italia e decine di altre organizzazioni europee per lanciare un appello urgente: “Il tempo di agire è ora.”

Un’azione simbolica e potente ha dato il via all’evento: lo srotolamento di uno striscione di 4×4 metri con lo slogan del Manifesto europeo dei ghiacciai attorno al quale si è stretta una catena umana circolare formata da partecipanti provenienti da tutta Europa. Un vero e proprio “fiume di solidarietà”, come lo ha definito Legambiente, per chiedere una governance europea condivisa che protegga i ghiacciai, sentinelle della crisi climatica e riserve idriche essenziali per milioni di persone.

L’evento ha visto la partecipazione di oltre 80 organizzazioni, tra enti pubblici e privati, ONG, progetti europei, enti di ricerca e altre organizzazioni. Tra i presenti sull’Adamello anche: AGRAP (Associazione Gestori Rifugi del Piemonte); CAA (Club Arc Alpin); CAI; CIPRA France; CIPRA Sud Tirolo; CIRF (Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale); Legambiente Lombardia; Legambiente Trento; Lipu; Mountain Wilderness Italia; Politecnico di Milano Dipartimento Ingegneria; Progetto Interreg Alpine Space Waterwise; Protect Our Winters Italy; WWF Italia. Un’unione di voci diverse ma con un obiettivo comune: salvare i ghiacciai europei.

 

I numeri dell’emergenza Adamello

Secondo i dati raccolti dalla SAT (Società Alpinisti Tridentini) e dalla Fondazione Glaciologica Italiana, il ghiacciaio dell’Adamello è in rapido e continuo regresso. Il bilancio di massa del 2024 risulta negativo di 0,36 metri di acqua equivalente, meno drammatico rispetto al record del 2022 (meno 2,1 metri), ma comunque sintomo di un equilibrio ormai spezzato. La fusione è aggravata da inverni con scarsi accumuli nivali e estati sempre più calde, alterando anche la distribuzione stagionale delle precipitazioni.

“Il ghiacciaio dell’Adamello – ha dichiarato Valter Maggi, presidente della Fondazione Glaciologica Italiana – di anno in anno registra una perdita continua e significativa di volume e superficie a causa degli effetti combinati del riscaldamento climatico e del cambio nella distribuzione delle precipitazioni nevose. Una situazione che accomuna tutti i ghiacciai dell’arco alpino e su cui è fondamentale mantenere alta l’attenzione attraverso studi, ricerche, monitoraggi, come da oltre un secolo fa la Fondazione.”

 

Il ruolo del Club Alpino Italiano

Presente con una delegazione attiva, il Club Alpino Italiano è uno dei principali promotori del Manifesto e ha ribadito la propria posizione con le parole di Mario Vaccarella, membro del Comitato Direttivo con delega alle attività ambientali, Comitato Scientifico e Aree Protette:

“Nel corso dell’Anno internazionale dei ghiacciai, il Club Alpino Italiano – firmatario del manifesto – partecipa nuovamente all’iniziativa promossa da Legambiente, in collaborazione con la Fondazione Glaciologica Italiana, sul ghiacciaio dell’Adamello. L’obiettivo è contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica sulla fusione dei ghiacciai e a rafforzare la consapevolezza sugli impatti del cambiamento climatico. In questo contesto, l’auspicio di una governance europea rappresenta un’ulteriore speranza per affrontare questa drammatica realtà che ci riguarda tutti, andando oltre i confini nazionali e mettendo al centro la fragilità degli ecosistemi montani. Fondamentale, in questa azione, è il coinvolgimento delle comunità locali, veri conoscitori del territorio, delle risorse idriche e delle esigenze specifiche legate a questi ambienti" 

E ha aggiunto: “Ci servono i dati, ci servono studio e conoscenza per far fronte a un fenomeno complesso da combattere. Il Club Alpino Italiano sta facendo un buon lavoro, anche con la rinnovata spinta della Presidenza Montani sulla questione ambientale. Al momento i sottoscrittori del Manifesto per la Governance dei Ghiacciai sono più di 80, con sottoscrittori anche a livello europeo, ma dobbiamo compiere un passo in avanti, facendo leva sui nostri rappresentanti politici in Europa”.

 

La Carovana dei Ghiacciai 2025

L'evento dello scorso 2 agosto rappresentava sia un'importante azione di sensibilizzazione mediatica, sia, l’anteprima all'edizione 2025 della sesta edizione della Carovana dei Ghiacciai, che ufficialmente partirà il 17 agosto dal ghiacciaio dell’Aletsch in Svizzera, proseguendo poi in Lombardia (Ventina), Alto Adige (Ortles-Cevedale), Germania (Zugspitze) e concludendosi il 2 settembre in Piemonte (Bessanese e Ciamarella). Ogni tappa ospiterà eventi, monitoraggi scientifici, testimonianze e proiezioni del documentario realizzato dalla Carovana.

Tra i testimonial già confermati figurano Milena Boccadoro, Eugenio in Via Di Gioia e Loredana Lipperini.

 

Il Manifesto europeo: 8 azioni per una governance dei ghiacciai

Durante l’evento, i promotori hanno rilanciato le 8 azioni alla base del Manifesto europeo per una governance dei ghiacciai e delle risorse connesse dic ui il CAI figura tra i promotori insieme a Comitato Glaciologico Italiano, CIPRA Italia, EUMA (European Mountaineering Association) e Legambiente. La versione completa di questo manifesto è disponibile sul sito di Legambiente, qui vi riassumiamo i punti:

  1. Sistema europeo di monitoraggio del rischio criosferico

  2. Rete multidisciplinare per una governance condivisa (EGG)

  3. Mitigazione e adattamento climatico nelle aree glaciali

  4. Leadership UE per la tutela di criosfera, suolo e acque

  5. Valorizzazione dei ghiacciai come patrimonio

  6. Formazione e sensibilizzazione tramite scuole e università

  7. Spazi di confronto pubblico e interistituzionale

  8. Networking tra territori, comunità e culture

“Il tempo di agire è ora - ha ricordato Vanda Bonardo, presidente CIPRA Italia -. Urge una risposta collettiva alla crisi climatica, prendendo i ghiacciai come simbolo della fragilità del Pianeta e del nostro tempo. Serve una transizione ecologica intesa come trasformazione sistemica e culturale, fondata su cura, giustizia e responsabilità condivisa.”

“Nell’anno internazionale dei ghiacciai - ha concluso Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente - vogliamo ribadire l’importanza di ridurre le emissioni, limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali e avviare subito azioni di adattamento. I ghiacciai stanno morendo sotto i nostri occhi, ma possiamo ancora fare qualcosa”.