SportRoccia40
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SportRoccia40“Scusate il ritardo, sono solo 40 anni…”, con queste parole il presidente nazionale del CAI Antonio Montani ha aperto la serata di sabato 6 settembre al Palazzo delle Feste di Bardonecchia, dedicata alla celebrazione di SportRoccia, la prima gara internazionale di arrampicata, che si tenne 40 anni fa alla Parete dei Militi, e che segnò l’inizio dello straordinario percorso che ha visto il movimento dell’arrampicata crescere fino a divenire un vero e proprio sport di massa e ad essere riconosciuto come disciplina olimpica a partire dal 2021.
Il “ritardo” di cui ha parlato Montani, è stato certamente un riferimento al distacco con cui, nel 1985, la dirigenza del Club Alpino, accolse l’evento di SportRoccia, ma ancora di più al fatto che, da allora, il sodalizio è sempre rimasto distante dalla dimensione agonistica dell’arrampicata.
Un gap che oggi il CAI ha deciso finalmente di colmare. L’organizzazione della due giorni di SportRoccia40, in collaborazione con la Polisportiva e il Comune di Bardonecchia, ne è una dimostrazione, così come la creazione in seno al sodalizio, dell’Asd CAI Climbing, destinata alla formazione e al supporto dei giovani atleti agonisti italiani e alla promozione dell’arrampicata sportiva all’interno del CAI.
È stato proprio il direttore tecnico del CAI Climbing, Fabio Palma, a condurre la serata di sabato, raccontando il percorso evolutivo della scalata agonistica, che, dalla prima edizione di SportRoccia, nata dal coraggioso e ostinato impegno di Andrea Mellano, forte alpinista degli anni Sessanta nonché membro del Club Alpino Accademico Italiano, e del giornalista e scrittore Emanuele Cassarà, ha portato all’attuale movimento globale.
Accanto a lui, sul palco, alcuni dei protagonisti delle origini dell’arrampicata sportiva, a cominciare dai fuoriclasse francesi Thierry Renault e Catherine Destivelle, vincitrice della prima edizione di Sport Roccia. Con loro anche alcuni nomi simbolo del movimento italiano della arrampicata, come Giovannino Massari, Marzio Nardi e Marco Ballerini. Nei loro ricordi quelle prime gare sono state un momento positivo, che ha consentito di vivere in modo più sereno ed esplicito una tensione competitiva spesso nascosta e logorante, ma, soprattutto hanno rappresentato occasioni di incontro e condivisione, laboratori nei quali si sperimentava una visione della scalata nuova e, per molti aspetti, ancora tutta da inventare. “SportRoccia85 non è stata solo la prima gara internazionale – ha chiosato Ballerini – Ma qualcosa di ancora più grande e memorabile, una sorta di Woodstock dell’arrampicata”.
Preziosi sono stati anche gli interventi di Renato Pirona, che di SportRoccia fu tracciatore, assieme a Marco Bernardi, fortissimo alpinista e arrampicatore degli anni Ottanta, e di Françoise Lepron e Lothar Mauch, anch’essi presenti a SportRoccia e poi divenuti direttori delle successive gare internazionali di arrampicata negli anni Ottanta e Novanta. La loro testimonianza ha chiarito come la scelta di passare dal terreno naturale alle strutture artificiali non sia stata dettata solo da ragioni tecniche e organizzative, ma anche dalla precisa volontà di rispettare e tutelare l’integrità delle pareti di roccia e dell’ambiente montano. Gli stessi Massari, Ballerini e Nardi hanno voluto sottolineare come oggi, di fronte all’enorme diffusione dell’arrampicata sportiva, che porta migliaia di giovani provenienti dal contesto cittadino a frequentare le falesie, la sostenibilità ambientale rappresenti una delle più grandi sfide che questo sport deve affrontare. C’è bisogno di consapevolezza ed educazione rispetto alla realtà dell’ambiente outdoor, alle sue regole e fragilità, che sicuramente il CAI, con la cultura e i valori di cui è portatore, può aiutare a diffondere. Prezioso è stato anche il contributo del Museo Nazionale della Montagna di Torino, rappresentato dal suo vicedirettore Marco Ribetti, che ha messo a disposizione le straordinarie immagini storiche girate in occasione delle gare dell’85 alla Parete dei Militi.
Di cosa sia oggi la realtà dell’arrampicata agonistica i partecipanti all’evento hanno avuto un assaggio nel pomeriggio di sabato, osservando la passione e il talento dei tanti giovani che hanno preso parte alla gara amatoriale di boulder, organizzata presso il Palazzetto dello Sport di Bardonecchia.
Anche la giornata di domenica ha regalato momenti di grande emozione, quando i protagonisti di SportRoccia 85 sono tornati al cospetto della parete che ospitò la gara e hanno di nuovo stretto gli appigli delle vie salite quarant’anni fa, questa volta in cordata con i giovani talenti dell’arrampicata e dell’alpinismo, rappresentati dai ragazzi del CAI Eagle Team. Generazioni diverse, legate però da una stessa passione che sembra non conoscere il trascorrere del tempo.