"Sto bene", il messaggio di Simone Moro dopo l'attacco cardiaco a 5.000 metri

Simone Moro racconta in prima persona l'attacco cardiaco a 5.000 metri e e il successivo intervento all'ospedale di Kathmandu. “Mi hanno già detto di recuperare e poi tornerò a fare quello che voglio.”
Simone Moro all'ospedale HAMS

Dopo giorni di apprensione per il suo stato di salute, Simone Moro ha diffuso sui suoi canali social un video realizzato direttamente presso l’ospedale HAMS di Kathmandu, struttura in cui è stato trasportato dopo aver subito un attacco di cuore a 5.000 metri, mentre era in fase di rientro da una salita sul Mera Peak (6.476 metri).

Tornato in Nepal per realizzare un nuovo tentativo di ascesa invernale del Manaslu (8.163 m), in compagnia di Nima Rinji Sherpa e al polacco Oswald Rodrigo Pereira, Moro era impegnato sul Mera Peak nella fase di acclimatazione. L'incidente ha determinato una revisione dei piani per l'inverno 2025/2026.

L’alpinista bergamasco ha scelto di chiarire, in prima persona, la dinamica di quanto accaduto nei giorni scorsi, con un duplice scopo: correggere notizie fuorvianti, in merito agli interventi che si sono resi necessari a seguito dell’attacco cardiaco, e al contempo di rincuorare quanti siano rimasti in attesa di aggiornamenti. Complice anche il volto sorridente, la breve testimonianza di Simone Moro consente alla comunità alpinistica internazionale di tirare un sospiro di sollievo

 

“In questi giorni, seppure ero preoccupato per altre cose – esordisce - ho letto un po’ di tutto, che mi sono stati fatti interventi chirurgici, che mi hanno messo il bypass, che mi hanno messo lo stent, che mi hanno messo il pacemaker, che mi hanno aperto il cuore”. Una lista variegata di news, diffuse nei giorni scorsi, nessuna delle quali corrisponde di fatto a verità.

“Non mi hanno messo una fava”, commenta con grande ironia l’alpinista, chiarendo che l’intervento reso necessario a seguito del malore, è stato rappresentato dalla pulizia della coronaria sinistra, a seguito di una occlusione che ha determinato l’attacco cardiaco di cui l’alpinista è rimasto vittima durante l'acclimatazione al Mera Peak.

Simone ha dettagliato anche questo delicato momento, raccontando che “in maniera rocambolesca” è stato organizzato un recupero in elicottero ma che il mezzo non sia stato in grado di raggiungerlo prima dell’indomani. Si è dunque trovato a trascorrere una notte in alta quota, senza ossigeno supplementare, con un attacco cardiaco in corso.  

Una volta condotto all’ospedale di Kathmandu, i medici hanno provveduto a liberare l'ostruzione del 40-50% della coronaria. L’intervento, come dimostra lo stesso Moro, che appare vivace nel suo racconto in presa quasi diretta, è andato a buon fine. 

“Stiamo facendo tutta una serie di esami”, conclude, aggiungendo un convinto “Io sto bene”

I programmi per i prossimi giorni prevedono il rientro in Italia, dove provvederà a sottoporsi a una serie di opportuni controlli. Ma lo sguardo va già ben oltre questo intoppo: “Mi hanno già detto di recuperare e poi tornerò a fare quello che voglio.”