Sulla cima del Pratomagno

Un immenso prato e un panorama infinito.
Il crinale del Pratomagno © Gianni Bertellini

Il caratteristico borgo di La Trappola si trova su un pulpito panoramico sulle pendici valdarnesi del Pratomagno. Il suo nucleo originario era costituito dal castello, documentato fin dal 1191 che aveva funzione di controllo sull’antica via di comunicazione tra Valdarno e il Casentino varcando il crinale nei pressi della Cima Bottigliana. In questa escursione ricalcheremo le antiche orme di viandanti, pellegrini, pastori, carbonai e briganti attraversando foreste, luoghi storici e il meraviglioso crinale fino a raggiungere la panoramicissima vetta del massiccio.

 

L'itinerario

Si lascia l’auto al parcheggio posto pochi metri a monte del borgo di La Trappola nei pressi di una cappellina in pietra detta Maestà delle Forche 875 m: un toponimo che ci rammenta come probabilmente in questo luogo avvenissero le esecuzioni pubbliche. Dal trivio nei pressi dell’edificio si imbocca il sentiero 22, per mezzo del quale con una ripida salita nel bosco si perviene al tabernacolo detto Maestà dell’Orma del Lupo 1045 m: la leggenda narra che qui San Francesco rabbonisse un feroce lupo la cui impronta rimase impressa sulla roccia dove venne poi costruito l’edificio, usato per secoli come riparo dai carbonai e dai pastori. Al crocevia di sentieri presso il tabernacolo si procede a destra sul Sent. 16 pervenendo in breve tempo all’area pic nic delle Calbane. Poco oltre si incrocia la strada forestale proveniente da Trappola poco a monte dell’area attrezzata della Casetta del Bercio 1085 m, un casino di caccia appartenuto al Barone Ricasoli e il cui toponimo  deriva dal fatto che urlando, ovvero “berciando” in dialetto toscano, qui si sente l’eco della propria voce. Si procede in leggera salita sulla forestale pervenendo in breve tempo all’intersezione con la Strada Panoramica del Pratomagno dove perpendicolarmente alla strada (1302 m), si stacca in direzione est il Sent. 24 su cui si rimonta un bosco misto di abeti e faggi. Giunti sul crinale, si incrocia il Sent. 00 che imbocchiamo a sinistra; usciti dalla vegetazione arborea, si procede sull’ampia distesa erbosa transitando per la Spada nella Roccia 1350 m, un’allestimento moderno installato in una delle aree naturalistiche più notevoli del massiccio. In tarda primavera su queste pendici si assiste difatti alla scenografica fioritura di migliaia di narcisi. Si ignora a destra il Sent. 38 continuando il cammino sul crinale erboso fiancheggiato dalla fitta faggeta pervenendo in breve sul pulpito panoramico di Cima Bottigliana 1454 m. Ignorato il Sent. 36 che scende sul versante casentinese e il Sent. 22 che conduce a Trappola passando per la Maestà dell’Orma del Lupo (sarebbe stata una scorciatoia per salire e potrebbe esserlo adesso per tornare al punto di partenza) continuando il cammino in lieve salita sulla dorsale spartiacque, si transita per il Poggio del Lupo 1486 m (un tempo evidentemente doveva un incontro piuttosto frequente), quindi aggirata la sommità prativa di Poggio Masserecci 1548 m si giunge poco oltre all’avvallamento della Pozza Nera, un piccolo specchio d’acqua stagionale di enorme importanza per i pastori transumanti che dal Casentino  portavano le loro greggi in Maremma, i quali si fermavano in questo luogo  per abbeverare il bestiame. Nei pressi della pozza è stato recentemente installato un cippo per valorizzare e rendere riconoscibile questo luogo ricordandone la storia passata. Da qui in circa 0,30 h guadagnamo la sommità del massiccio, ovvero al Monte Pianellaccio 1592 m,  nei cui pressi svetta la grande croce metallica. La vetta, come del resto gran parte di questo crinale, offre da un lato uno spettacolare panorama dei Monti del Chianti, del Monte Amiata, delle Alpi Apuane, di una vasta porzione dell’Appennino settentrionale e centrale, e in giornate limpide sui monti della Corsica. Fatto rientro alla Pozza Nera, si lascia il Sent. 00 del crinale svoltando a destra sul Sent. 23 con cui si aggira il fianco occidentale del Poggio Masserecci, iniziando a perdere quota nella faggeta indicata nelle mappe come Faggio al Respiro: mi piace pensare che questo toponimo rievochi in qualche modo le proprietà antinfiammatorie, balsamiche ed espettoranti di questo albero, ben note agli antichi contadini e boscaioli. Si asseconda il sentiero all’ombra del bosco uscendone in corrispondenza di uno scosceso tratto a zig zag al cui termine si interseca nuovamente la Strada Panoramica del Pratomagno (1247 m): attraversata la strada si trovano le indicazioni per il Bosco Magico: si tratta di un antico castagneto recuperato da una coppia di valdarnesi che con il loro progetto agricolo hanno ottenuto il riconoscimento “Custodi delle terre alte” assegnato dal CAI a coloro che contribuiscono al mantenimento e alla diffusione della memoria storica e delle tradizioni della montagna. Si continua la discesa in un bosco misto dapprima di abeti, e poi più in basso di castagni calando ripidamente nell’Orsaia il cui nome evoca antiche frequentazioni del luogo anche da parte di plantigradi. Al termine della discesa si perviene all’idilliaca località delle Tre Fontane 883 m: qui il Borro della Contea ha creato uno spettacolo magnifico di cascatelle, e pozze di acqua cristallina. Attraversato il torrente su un romantico ponticello in legno, proseguiamo sulla comoda mulattiera che ci conduce poco oltre a uno spiazzo con una freschissima sorgente, quindi mantenendosi a mezzacosta sulla sinistra orografica del Borro della Contea, godiamo ogni singolo passo di questa comoda carrareccia che procedendo in piano offre una varietà di paesaggio notevoli, tra alberi secolari, foreste a perdita d’occhio, e risalti rocciosi. Transitati per una romantica panchina che offre un bel colpo d’occhio sulla cima del Pratomagno facciamo in breve ritorno a Trappola.   

  • Partenza e arrivo: La Trappola 870 m – Frazione di Loro Ciuffenna (AR)
  • Lunghezza: 15,5 km 
  • Dislivello: + 800 m
  • Durata: 6 h  
  • Difficoltà: EE (escursionisti esperti)
  • Punti d’appoggio:  La Trappola
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