I partecipanti alla Summer School.
Il posizionamento della Mustela. Foto: E. Buffa
Arvicola. Foto: E. Buffa
Lavoro sul campo. Foto: S. BrunoriSi è conclusa con successo la Summer School dedicata allo studio degli ermellini e degli altri mesocarnivori organizzata dal GRiMeC (Gruppo Ricerca Mesocarnivori) in collaborazione con le Aree Protette Alpi Marittime, la Fondazione Ethoikos ed Ermlin Project.
Dal primo al 5 settembre, i partecipanti hanno soggiornato presso la Casaalpina e, per una notte, al Rifugio Morelli-Buzzi, vivendo un’esperienza immersiva tra teoria e pratica sulle montagne della Valle Gesso. La formazione ha incluso lezioni sui metodi di cattura e manipolazione dei piccoli carnivori, sull’identificazione delle specie tramite analisi genetiche e tricologiche e sullo studio della dieta degli animali.
Non solo teoria: i partecipanti hanno posizionato fototrappole standard e utilizzato la tecnica innovativa “Mostela”, progettata per rilevare la presenza di ermellini, arvicole delle nevi e altre specie d’alta quota. Durante la permanenza in quota, hanno inoltre approfondito il radiotracking, una metodologia che consente di seguire i movimenti e i comportamenti degli animali attraverso trasmettitori radio.
Il penultimo giorno della Summer School è stato dedicato alla raccolta e all’analisi dei dati di movimento, strumenti fondamentali per comprendere le abitudini dei mesocarnivori nel loro ambiente naturale. La sessione conclusiva, venerdì 5 settembre, ha visto una lezione riassuntiva e i saluti finali, con la promessa di nuovi incontri futuri, possibilmente proprio sul territorio delle Aree Protette Alpi Marittime.
Gli ermellini e gli altri mesocarnivori delle Alpi Marittime
Le Alpi Marittime ospitano una varietà di mesocarnivori, tra cui ermellini (Mustela erminea), faine (Martes foina), donnole (Mustela nivalis), tassi (Meles meles) e martore (Martes martes). Questi animali, appartenenti alla famiglia dei mustelidi, sono predatori di piccole dimensioni ma svolgono un ruolo fondamentale nel controllo delle popolazioni di roditori e altri piccoli mammiferi, contribuendo così all'equilibrio ecologico delle zone alpine.
L'ermellino, in particolare, è noto per la sua capacità di adattarsi a diversi ambienti, dalle zone boschive alle aree d'alta quota. Il suo manto, che cambia colore con le stagioni, è un adattamento alle condizioni ambientali variabili. Oltre al suo ruolo ecologico, l'ermellino è anche un indicatore della salute dell'ecosistema alpino, poiché la sua presenza e distribuzione riflettono le condizioni ambientali e la disponibilità di prede.
Per studiare questi mesocarnivori, vengono utilizzate diverse tecniche non invasive. L'uso di fototrappole consente di monitorare la presenza e il comportamento degli animali senza disturbarli. Il radiotracking, che implica l'applicazione di piccoli trasmettitori radio agli animali, permette di tracciare i loro spostamenti e comprendere meglio le loro abitudini territoriali. Altre metodologie includono l'analisi genetica e tricologica, che aiutano a identificare le specie presenti attraverso campioni di pelo o feci.
Queste tecniche sono fondamentali per raccogliere dati accurati sulla distribuzione, l'ecologia e lo stato di conservazione dei mesocarnivori. Le informazioni ottenute sono essenziali per sviluppare strategie di conservazione efficaci e garantire la protezione di queste specie e dei loro habitat nelle Alpi Marittime.