Svizzera, il villaggio di Brienz evacuato per rischio frana imminente

Il villaggio elvetico di Brienz è nuovamente in allarme. I geologi temono il distacco di una massa rocciosa tra i 150.000 e i 300.000 metri cubi nelle prossime ore, che potrebbe travolgere parte delle abitazioni.

Il villaggio di Brienz (o Brinzauls), nel Cantone dei Grigioni, in Svizzera, è tornato a vivere sotto l'ombra di un'imminente catastrofe geologica. Dopo essere stato risparmiato per un soffio da una grande frana nel 2023, il villaggio è nuovamente in fase di allarme, a seguito del verificarsi di una serie di crolli che stanno caratterizzando la montagna che sovrasta l’abitato. Distacchi di non grave entità che, secondo i geologi, potrebbero rivelarsi prodromici a una frana di ampie dimensioni. A scopo precauzionale, i circa novanta abitanti sono stati costretti a un nuovo, e forse definitivo, esodo.

 

Brienz, il villaggio che scivola

Brienz è un piccolo e pittoresco insediamento alpino della Valle Albula, nella Svizzera orientale, frazione del comune di Albula/Alvra. A renderlo noto su scala internazionale, nonostante le sue dimensioni contenute, è la sua delicata posizione geografica. Il villaggio sorge su un terreno estremamente instabile, che tende a scivolare, ai piedi di una parete rocciosa non meno fragile, caratterizzata dalla presenza di una massa rocciosa che scivola verso valle, accompagnata da eventi franosi.

Nel corso dell’ultimo secolo, il paese si è spostato in media di alcuni centimetri l’anno mentre la massa rocciosa che minaccia il paese si è spostata in media di alcuni metri l’anno. Il fenomeno sembra aver subito una accelerazione negli ultimi decenni, rendendo la condizione del paese sempre più precaria.

Nella primavera del 2023 la situazione è precipitata drasticamente. L’area franosa alle spalle del paese ha mostrato una accelerazione critica e a metà maggio, i circa 100 residenti sono stati evacuati a scopo precauzionale, prevedendo un potenziale distacco di circa 1,2 milioni di metri cubi di roccia. Fortunatamente, nella notte del 16 giugno 2023, una colata di roccia si è staccata dalla montagna, fermandosi a pochi metri dalle prime case. Agli abitanti è stato concesso di rientrare nelle loro case qualche settimana dopo, seppur in regime di costante monitoraggio.

 

La minaccia di una frana imminente

Oggi, il rischio si è riacceso con prepotenza, concentrandosi in particolare nella zona denominata "Plateau Ost". Le webcam hanno ripreso nei giorni scorsi una dozzina di movimenti minori e crolli, sintomo di una tensione crescente. Christian Gartmann, dell’unità di crisi del Comune di Albula, ha spiegato che questi cedimenti sono un'evoluzione prevista, preludio al distacco della massa maggiore.

L'allarme è scattato a causa di una notevole accelerazione, con il "Plateau Ost" che ha raggiunto una velocità compresa fra gli otto e i dieci centimetri al giorno, un dato che il Comune ha definito "una velocità mai raggiunta finora", e ciò nonostante l'assenza di precipitazioni significative nelle ultime settimane. I geologi ritengono che nei prossimi giorni una massa tra i 150.000 e i 300.000 metri cubi di roccia possa crollare dal "Plateau Ost", in un unico evento o in più eventi di minore entità.

Secondo lo scenario peggiore, se la massa dovesse staccarsi, potrebbe mettere in movimento il cumulo di detriti sottostante, arrivando a riversare sul villaggio fino a un milione di metri cubi di materiale. L'incertezza maggiore resta la traiettoria: le autorità comunali non escludono che "parti del villaggio potrebbero essere colpite".

A scopo precauzionale, l'accesso al villaggio e ai prati circostanti è stato vietato. Al momento, tuttavia, le autorità hanno comunicato che non sussistono rischi per la linea ferroviaria e le strade cantonali. Mentre l'accesso resta chiuso, i residenti hanno dovuto lasciare le loro abitazioni già diversi mesi fa, e molti di loro hanno già richiesto un trasferimento definitivo.

La situazione continua a generare sentimenti contrastanti anche tra le autorità. Carmelia Maissen, consigliera di Stato e direttrice del Dipartimento infrastrutture, energia e mobilità, ha commentato la situazione a Keystone-ATS. Da un lato vi è la speranza che, a seguito della frana, possa risultare più chiaro il destino della montagna e, di conseguenza, possano essere concesse agli abitanti prospettive più affidabili. Dall'altro vi è la possibilità che la situazione resti incerta e difficilmente prevedibile, anche dopo il verificarsi del distacco. 

"Non abbiamo altra scelta che rispettare il ritmo della natura", ha concluso la consigliera di Stato, riassumendo la rassegnazione di fronte al destino di questo fragile e tenace villaggio di montagna.