Terminillo, al Rifugio Sebastiani nuovo impianto di depurazione: tecnologia sostenibile per la montagna

Con l’installazione del nuovo impianto Biowater, la Sezione CAI di Rieti segna un passo importante nella gestione sostenibile delle acque reflue in quota. Un progetto pilota che potrà diventare modello per i rifugi del CAI su tutto il territorio nazionale.

Il turismo di montagna in Italia è in forte crescita, portando ogni anno decine di milioni di persone a vivere le terre alte. Un flusso che rende sempre più urgente un approccio sostenibile alla tutela dell’ambiente montano. È in questa cornice che i rifugi del CAI diventano “sentinelle” ambientali, grazie a un progetto di monitoraggio del clima e dell’ambiente sviluppato in collaborazione con Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Sabato 18 ottobre 2025, la Sezione CAI di Rieti ha inaugurato al Rifugio Angelo Sebastiani, sul Terminillo, un nuovo impianto di depurazione delle acque reflue, prima applicazione di questo tipo al servizio di un rifugio CAI. L’intervento si inserisce in una visione più ampia di tutela ambientale: dal 1986, infatti, il CAI è riconosciuto dal Ministero dell’Ambiente come associazione di protezione ambientale e svolge un ruolo centrale nella salvaguardia degli ecosistemi montani.

La Sezione di Rieti è la prima a dotarsi della tecnologia, già sperimentata in contesti estremi in tutto il mondo. L’impianto consente di “far rivivere l’acqua tre volte”: quando la si utilizza, quando la si depura e quando la si restituisce all’ambiente pulita.

Alla cerimonia erano presenti rappresentanti delle istituzioni locali, soci del CAI, componenti del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza di Antrodoco, tecnici e professionisti. Dopo i saluti del presidente della Sezione di Rieti Francesco Battisti, è intervenuto Angelo Marsini, presidente al tempo della partecipazione al bando “Fondo stabile pro rifugi 2022”, che ha ricordato come il contributo a fondo perduto abbia reso possibile l’adeguamento di un impianto ormai datato e non più adeguato al flusso crescente di frequentatori, in un contesto privo di rete fognaria.

Un ringraziamento particolare è stato rivolto a Marcello Borrone, allora componente della Commissione Centrale Rifugi e Opere Alpine, che ha lavorato per includere nel bando anche i rifugi di categoria A e B della dorsale appenninica e delle isole. 

Molto apprezzato anche l’intervento dell’ingegnere Massimo Filipponi, progettista e direttore lavori, che ha illustrato le caratteristiche tecniche dell’impianto. 

La scelta è ricaduta su un impianto funzionante senza energia elettrica, basato su tecnologia brevettata Biorock in fibra di roccia vulcanica naturale, contenuta in vasche in materiale plastico riciclabile al 100%. Compatto, modulare e interrabile, l’impianto garantisce efficienze depurative conformi al D.Lgs 152/06 e certificate secondo la norma CE EN12566, riducendo al minimo l’impatto visivo e ambientale.

Con questo intervento, il Rifugio Angelo Sebastiani non solo migliora la propria efficienza ambientale, ma si fa apripista di un modello di gestione sostenibile replicabile in altri contesti montani, rafforzando il ruolo dei rifugi CAI come presidi ambientali e culturali.