Questo articolo, a cura del progetto ArchitetturAlpinA, ci guida alla scoperta delle architetture contemporanee che animano e trasformano il paesaggio alpino.
Tra le montagne aspre e gentili della Val d’Ossola, dove la pietra racconta da secoli il lavoro, la fatica e la bellezza, nasce un progetto che trasforma un passato industriale in una promessa culturale. È qui, a Oira, piccola frazione del Comune di Crevoladossola, che ha preso forma Tones Teatro Natura, il progetto selezionato per rappresentare il territorio di Novara e Verbano-Cusio-Ossola all’interno del docufilm ArchitetturAlpinA.
Il teatro è incastonato nell’ex Cava Roncino, una cava di gneiss circondata da boschi, terrazzamenti e borghi in pietra. Un luogo che, fino a pochi anni fa, era uno spazio dismesso, segnato da un’architettura della produzione ormai in disuso. Ma proprio da questa condizione di vuoto e abbandono è nata una visione: restituire senso e vita al paesaggio attraverso l’arte e l’architettura.
Il progetto, promosso dalla Fondazione Tones on the Stones, è nato in pieno lockdown nel 2020, quando l’isolamento e il silenzio hanno posto interrogativi profondi sul significato dei luoghi e del nostro modo di abitarli. È in quel momento che ha preso forma l’idea di un teatro permanente nella natura, un luogo capace di accogliere musica, performance, incontri e comunità, senza stravolgere l’identità del contesto.
Come sottolineano gli architetti Erika Tagliati e Fabiano Trevisan, delegati dell’Ordine degli Architetti: “Tones Teatro Natura dialoga con il contesto naturale e con la storia del luogo, permettendo una continuità narrativa che trae le proprie radici dal passato, tramandando alle future generazioni la possibilità di continuare a vivere questi spazi, contribuendo alla loro trasformazione” e, sempre l’Ordine sottolinea che “Il progetto dimostra come l’architettura possa essere veicolo di trasformazione intelligente del territorio, capace di coniugare identità, funzione e visione”.
Il gesto progettuale è stato discreto, come lo definisce il team di Fuzz Atelier, autore del concept e del progetto preliminare: “La ridefinizione degli spazi della cava Roncino è avvenuta attraverso pochi interventi essenziali che hanno permesso la possibilità di restituire degli spazi flessibili per le diverse attività culturali promosse dalla fondazione”.
Una serie di interventi minimi – attenti alla reversibilità, alla leggibilità e all’impatto ambientale – ha trasformato la cava in un palcoscenico aperto, un teatro senza quinte, in cui il paesaggio stesso diventa attore protagonista.
Il paesaggio della Valle Ossola è segnato dalla presenza costante della pietra: estratta, lavorata, costruita. Dai muretti a secco ai portali delle case, dai piloni votivi alle chiese di montagna, ogni elemento racconta un sapere antico e profondamente identitario.
Tones Teatro Natura si inserisce in questa narrazione, valorizzando e non cancellando il segno industriale della cava. Le tracce del passato restano leggibili, reinterpretate con rispetto e leggerezza. Il progetto mette in scena la continuità tra produzione e cultura, tra materia e suono, tra comunità e territorio.
Alla base del successo di Tones Teatro Natura c’è un forte lavoro di squadra. Il concept progettuale, firmato da Fuzz Atelier, si è concretizzato grazie alla collaborazione con lo studio MPSS, che ha curato il progetto esecutivo e la direzione lavori. Un dialogo tra visione e tecnica, tra sensibilità culturale e capacità realizzativa.
Come tengono a precisare i progettisti: “La riuscita del progetto nasce dal connubio tra il nostro concept e progetto preliminare, con il progetto esecutivo e la direzione lavori dello studio MPSS, rappresentato dall’Architetto Andrea Scotton”.
Questa collaborazione dimostra come la qualità architettonica non sia mai un gesto isolato, ma il frutto di un confronto tra discipline, persone e istituzioni che condividono un obiettivo comune. Oggi, Tones Teatro Natura è molto più di un teatro: è un laboratorio a cielo aperto, un luogo dove natura e cultura si incontrano e si rafforzano a vicenda. Accoglie festival, concerti, incontri, residenze artistiche, diventando motore di attrattività e rigenerazione per l’intera area.
Nel contesto alpino, dove spesso si combatte contro lo spopolamento e la marginalità, progetti come questo dimostrano che è possibile invertire la rotta, puntando su cultura, paesaggio e architettura come leve di sviluppo territoriale.
Il valore di Tones Teatro Natura, come quello degli altri progetti selezionati per ArchitetturAlpinA, sta nel suo essere un possibile esempio per progetti analoghi rispetto all’interpretazione dei luoghi esistenti, nella sua capacità di generare impatto attraverso scelte misurate e radicate, non invasive ma trasformative.
In un mondo in cui si costruisce spesso troppo e troppo in fretta, Tones Teatro Natura è un esempio di architettura che sa ascoltare. Ascolta il paesaggio, i suoi ritmi, la sua storia. Ascolta la comunità e i suoi bisogni. E restituisce uno spazio in cui l’arte diventa linguaggio comune, ponte tra passato e futuro.
Nel racconto corale di ArchitetturAlpinA, questo progetto ci ricorda che la montagna può essere un luogo di avanguardia, dove si sperimentano nuovi modi di abitare, di creare e di condividere. E dove anche una cava abbandonata può diventare, con coraggio e visione, un teatro naturale di possibilità.