Toni Gobbi © Archivio GobbiAntonio “Toni” Gobbi nasce il 18 giugno 1914 a Pavia e cresce in un orizzonte di pianura, laureandosi in Legge. Eppure lo ricordiamo come una grande guida del Monte Bianco, perché con la seconda guerra mondiale la sua bussola gira verso ovest, Toni si afferma nello sci e nell’alpinismo su roccia e ghiaccio, opera alla Scuola Militare Alpina di Aosta, infine conosce e sposa una bella donna di Courmayeur e mette su famiglia sotto il tetto d’Europa. Il periodo è fecondo per la professione: dopo la guerra, specie in Francia, sta nascendo e sviluppandosi la nuova figura della guida alpina: colta, cittadina, imprenditrice, la guida moderna sa alternare l’alpinismo di punta con il mestiere di accompagnatore, conducendo i clienti in imprese di rilievo e guidandone la crescita alpinistica. Sul versante francese del Monte Bianco si distinguono i nomi di Lionel Terray, Louis Lachenal e Gaston Rébuffat (tutti amici di Toni), sul versante italiano opera la guida “di pianura” Toni Gobbi, un uomo aperto, dialogante e intraprendente, che pur non essendo nativo della valle sa farsi amare e rispettare dai valligiani perché porta loro rispetto, impara, diventa bravo, sperimenta e infine insegna. Gobbi ama particolarmente l’alta montagna, la neve e il ghiaccio, mettendosi in luce con alcune grandi invernali nel massiccio: cresta des Hirondelles alle Grandes Jorasses, cresta sud dell'Aiguille Noire de Peutérey e via Major al Monte Bianco. Tra le aperture spicca la parete est del Grand Pilier d’Angle con Walter Bonatti, anche lui forestiero ma ben meno amato dai valdostani. Toni partecipa a spedizioni extraeuropee in Patagonia, nel Karakorum (Gasherbrum IV), nel Caucaso e in Groenlandia. In età matura inventa e divulga le “settimane di Toni Gobbi”, grandi traversate con gli sci sulle Alpi e fuori, da rifugio a rifugio, con gruppi di clienti affiatati ed entusiasti. È un modo nuovo di intendere il mestiere, che affianca lo sci all’alpinismo e all’esplorazione invernale, estendendo le mansioni di guida e le responsabilità organizzative dalla montagna al viaggio tout court. Gobbi acquisisce cariche locali e internazionali, dialoga con tutte le guide d’Europa, si batte per i diritti delle guide alpine, e mentre il suo carisma aumenta perfeziona il mestiere, ampliando le competenze del professionista dal semplice “traino” del cliente alla ricerca, alla promozione e alla gestione dell’attività di accompagnamento per dodici mesi all’anno. Purtroppo Toni Gobbi muore il 18 marzo 1970 sul Sasso Piatto, nel gruppo del Sassolungo, travolto da una piccola valanga a lastroni. Capita anche ai più bravi.