Spray anti-orso - Foto Ufficio Stampa PAT
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Foto di Angela da PixabayIl Consiglio provinciale di Trento ha dato ufficialmente il via libera all'estensione dell'utilizzo dello spray anti-orso ai corpi di Polizia Locale e ai volontari della Protezione Civile, previo accordo con la Protezione Civile nazionale. La decisione, emersa dalla Terza Commissione del Consiglio durante l'analisi del Disegno di Legge 70, collegato alla manovra di bilancio (Articolo 21), segna un punto di svolta atteso da tempo sul territorio, pur dovendo superare nodi burocratici e legali.
Uno strumento da utilizzare con attenzione
Il semaforo verde all'estensione della dotazione dello spray anti-orso a Polizia Locale e Protezione Civile del Trentino, ha iniziato ad accendersi lo scorso settembre, a seguito dell'approvazione definitiva della “Legge Montagna”. In tale occasione l'Assessore provinciale alle foreste, caccia e pesca, Roberto Failoni, aveva espresso grande soddisfazione, di fronte alla possibilità di fornire strumenti di tutela per chi opera in montagna.
"La nuova legge sulla montagna porta novità importanti per la nostra Provincia autonoma. Grazie alla clausola di salvaguardia possiamo continuare a esercitare appieno le nostre competenze, integrandole con quelle disposizioni che risultano realmente utili al nostro territorio. Il via libera all’introduzione dello spray anti-orso per Polizia locale e Protezione civile rappresenta un risultato importante. Chiederemo inoltre che nell’intesa con la Protezione civile nazionale vengano inclusi anche i custodi forestali. La direzione è quella giusta: tutelare chi lavora nei boschi e la popolazione, nel pieno rispetto della fauna selvatica.”
L'articolo 21 del Disegno di Legge 70 attua ora questa direzione, stabilendo che la Provincia di Trento, in accordo con la Protezione civile nazionale, dovrà elaborare un regolamento specifico per garantire un accesso uniforme e regolamentato allo spray.
L’Assessore all'Agricoltura, promozione dei prodotti trentini, Ambiente, difesa idrogeologica e enti locali, Giulia Zanotelli, intervenuta in Commissione, ha tenuto a sottolineare che la Provincia continua a esplorare ogni possibilità per ampliare l’utilizzo di questo strumento di difesa non letale, pur non avendo competenza primaria sulla materia.
La questione centrale, e il principale ostacolo da superare, risiede nel fatto che lo spray anti-orso è classificato dalla normativa italiana come un’arma. Di conseguenza, gli operatori e i volontari che ne faranno uso dovranno soddisfare requisiti stringenti, analoghi a quelli richiesti per il porto d'armi e dovranno garantire una fedina penale pulita.
La posizione dell'ENPA: necessarie formazione e consapevolezza
La notizia è stata accolta con favore dall’Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA), che vede nell'estensione dell'utilizzo dello strumento ai corpi di polizia locale e ai volontari della Protezione civile un passo positivo verso una maggiore sicurezza. L’associazione ha però voluto lanciare un chiaro avvertimento: il provvedimento "potrà funzionare davvero solo se sarà accompagnato da due condizioni essenziali: una registrazione formale del possesso del bear spray e l’obbligo di un corso propedeutico al suo utilizzo."
Ivana Sandri, etologa ENPA e presidente della sezione di Rovereto, ha enfatizzato come la formazione sia l'elemento decisivo. La sicurezza, sia per le persone che per la fauna, dipende in gran parte dalla conoscenza dell’etologia degli orsi e dei comportamenti da adottare nelle aree frequentate da questi animali. La procedura di utilizzo dello spray, che prevede di fermarsi, impugnare il dispositivo in modo corretto e dirigere il getto verso l'animale, corrisponde a quanto indicato dalle ricerche scientifiche come comportamento maggiormente idoneo a far comprendere all'orso l'assenza di una minaccia, evitando reazioni aggressive.
Per l'ENPA, quindi, "una regolamentazione chiara e una formazione adeguata possono ridurre notevolmente il rischio di incidenti", garantendo così un approccio più consapevole e rispettoso alla difficile ma necessaria convivenza con la fauna selvatica in Trentino.