Tyler Andrews torna sull’Everest. Obiettivo? Sempre il record

Quasi chiusa la stagione estiva in Karakorum, si guarda già all’autunno himalayano. Il runner statunitense conferma: a ottobre tornerà sul Tetto del Mondo, in solitaria e senza ossigeno, per inseguire il primato.

Si chiude la stagione in Karakorum e già si inizia a pensare a quella autunnale, in Himalaya. Il primo a confermare i suoi obiettivi è il runner statunitense Tyler Andrews che, attraverso i suoi canali social, fa sapere di voler tornare all'Everest per tentare nuovamente il recordi di velocità. La partenza è fissata per ottobre e l'obiettivo sembra ambizioso. Dopo un primo, travagliato tentativo andato a vuoto nella scorsa primavera, Andrews ha sicuramente preseo le misure della montagna più alta della Terra e ha compreso come meglio gestire la situazione. Il suo obiettivo è quello di stabilire un nuovo record di velocità nella salita dell’Everest da campo base alla vetta, senza l’uso di bombole di ossigeno. Questa volta però ci proverà in una stagione, quella autunnale, dove di certo potrà contare su una minor preparazione della montagna con corde e campi allestiti dalle grandi spedizione commerciali, quindi sicuramente più impegnativa per il runner.

 

Tre tentativi

La scorsa primavera Andrews ha effettuato ben tre tentativi sul Tetto del Mondo, ma tutti si sono conclusi con un nulla di fatto. Il primo è stato interrotto per un problema tecnico all’attrezzatura. Il secondo, realizzato con bombole di ossigeno, è stato cancellato per decisione dell’agenzia per ragioni di sicurezza, a causa delle condizioni meteo. Il terzo, improvvisato quasi all’ultimo minuto, si è fermato poco dopo il campo 4. “Dopo quel terzo tentativo, ho avuto un momento in cui ho pensato: non voglio mai più tornare qui” ha ammesso Andrews. “Ma bastano una doccia e una notte in un letto vero per cambiare prospettiva. Ho capito che il record è alla mia portata, se tutto va per il verso giusto”.

 

Il quarto tentativo

Per il suo nuovo tentativo Andrews punterà sulla semplicità. Nessun team di supporto al seguito, solo lui e Dawa Steven Sherpa a coordinare la logistica. Una persona sarà presente al campo 4 per eventuali emergenze, ma il resto sarà tutto sulle sue spalle: approccio minimalista, ma estremamente ambizioso.

Il lato positivo? Meno affollamento. “In autunno non ci saranno le oltre mille persone della stagione primaverile. Saremo una quindicina in totale sulla montagna. Questo permette maggiore flessibilità nella scelta delle finestre di bel tempo” ha spiegato l’atleta americano.

Andrews ha annunciato il nuovo tentativo tramite i suoi canali social riassumendo di voler tentare il record: in solitaria, senza bombole di ossigeno e senza un gruppo di supporto. Poi, prosegue spiegnado che “Sto scalando per spingere i miei limiti personali e raccogliere fondi a favore di programmi sportivi giovanili in Nepal e in Ecuador”. Un’impresa sportiva, dunque, ma anche un’iniziativa solidale.

 

Il record da battere

Andrews vuole abbattere il record stabilito da Kazi Sherpa nel 1998: 20 ore e 24 minuti dal campo base alla vetta, senza ossigeno. Un’impresa mai più eguagliata. L’intento di Andrews è di non utilizzare ossigeno nemmeno in discesa, a meno che non ci siano condizioni di sicurezza compromesse.