Ultar Sar, dopo 30 anni di tentativi: prima salita del pilastro sud-est

Era considerato uno degli ultimi grandi problemi in Karakorum: la via fino alla vetta presenta uno sviluppo impressionante, di oltre 3mila metri.
L'Ultar Sar sullo sfondo © E. Berman

Ethan Berman, Sebastian Pelletti e Maarten van Haeren hanno effettuato la prima salita del pilastro sud-est dell'Ultar Sar (7.388 metri), nel Karakorum pakistano. La notizia dell'interminabile ascesa di oltre 3.000 metri di sviluppo - e portata a termine l'11 giugno, alle ore 9- è stata resa nota dalla Pakistan Higher Ground Expeditions, che li ha assistiti. La cordata aveva visto la propria missione venire messa subito a rischio, ancora in fase di avvicinamento, dalle schermaglie militari tra India e Pakistan, che hanno portato alla cancellazione di diversi voli e possibilità di spostamento sul territorio.

Già l'anno scorso lo stesso team aveva effettuato un primo tentativo sulla medesima linea, ma  i tre erano dovuti tornare indietro per le condizioni della neve, troppo instabile. In questo 2025 sono invece riusciti a scalare in stile alpino l'intero itinerario di oltre 3 chilometri, che nella prima parte affronta ripidi terreni di neve, ghiaccio e misto fino a 6.500 metri e una sezione molto tecnica di misto nei successivi 500 metri. Il team ha quindi dovuto superare una difficile barriera rocciosa a 7.000 metri e l'ultimo pilastro di roccia fino alla vetta. 

L'Ultar Sar, noto anche come Bojohagur Duan Asir II, si trova nel Batura Muztagh, in Karakorum. Si offre come una cima sicuramente magnetica, ma che presenta difficoltà logistiche e tecniche non indifferenti. Il pilastro sud-est è stato da alcuni alpinisti accostato allo Sperone Walker delle Grande Jorasses, perché da tempo veniva considerato una delle ultime grandi sfide inviolate della catena montuosa. Lo stesso Berman lo descriveva così l'anno scorso, dopo averlo visto per la prima volta. "Nascosto dal mondo sottostante, un pilastro di neve, ghiaccio e pietra si erge per 3000 metri, come un razzo pronto al lancio. Un ostile seracco grande quanto un condominio si rompe a chilometri di altezza. Il boato echeggia intorno al ripido circo glaciale mentre la nube di neve acquista slancio e si dissolve rapidamente nel silenzio. Osserviamo da lontano, finché il sole non tramonta dietro la cresta e il mondo sopra di noi sprofonda in un sonno gelido".

L'Ultar Sar aveva attirato gli alpinisti già in epoche piuttosto lontane dai giorni nostri, quando negli anni ‘80 si pensava - erroneamente- che fosse la cima himalayana ancora inviolata più alta. È stato la meta di diversi tentativi di ascesa da parte di cordate britanniche nei primi anni ’90, che hanno esplorato i vari versanti. Gli sforzi si sono infine realizzati per la prima volta nel luglio 1996, quando due distinte squadre di giapponesi hanno raggiunto la vetta per le creste sud-ovest e sud.
Molto più problematico è stato però l'approccio al pilastro sud-est: già nel 1992 il team di Toshio Narita aveva tentato la salita, ma si era ritirato a quota 5.400 metri. Otto anni più tardi, Jerome Blanc Gras, Yannick Graziani, Erwin le Lann e Here Qualizza sono stati fermati dalle cattive condizioni meteorologiche addirittura prima di attaccare la via. Un nuovo punto più alto è stato raggiunto nel 2005 dallo stesso Graziani con Christian Trommsdorff: la cordata arrivò a 5.800 metri, più o meno a metà del pilastro, quindi Brown e Haley ci hanno provato nel 2008. 

I giapponesi sono stati tra i più assidui "corteggiatori" dell'Ultar Sar. Nel 2011 Fumitaka Ichimura e Yusuke Sato hanno tentato l'impresa in stile alpino. Tuttavia, dopo avere raggiunto la ragguardevole quota di 6.500 metri dopo una settimana, hanno patito il peggioramento delle condizioni meteo e del manto nevoso, con conseguente dietrofront. Arriviamo così al 2018, quando Tim Miller, Bruce Normand e Christian Huber sono riusciti a piantare il campo 2 a 5.900 metri in condizioni non proprio ottimali. Una breve finestra meteorologica favorevole ha poi permesso loro di riprendere a scalare, ma quattro giorni di nevicate li hanno nuovamente bloccati. Allo stallo si è aggiunta una piccola valanga, che ha travolto la loro tenda e ucciso Huber. Miller è invece riuscito a mettersi in salvo e a soccorrere Normand. I due sono stati poi recuperati dall'elicottero e trasportati a valle. 

Infine, come accennato sopra, l'anno scorso Berman, Pelletti e Van Haeren si sono portati fino a 6.000 metri, prima che la neve instabile li fermasse. Quest'anno finalmente l'Ultar Sar si è concesso, seguiranno aggiornamenti sulla dinamica della salita.