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Foto di Caleen da PixabayIl caratteristico squittio del Pika americano (Ochotona princeps) potrebbe svanire tra le vette del Nord America, in un futuro non troppo lontano. Questo piccolo mammifero, appartenente all'ordine dei Lagomorfi, imparentato con lepri e conigli, si è evolutivamente adattato ad ambienti freddi e di alta quota, diventando uno degli animali simbolo delle vette dell’America nord-occidentale, particolarmente facile da riconoscere per il simpatico e caratteristico richiamo, una sorta di strillo acuto che funge da mezzo di comunicazione territoriale e sociale, nonché come segnale d’allarme.
Purtroppo, negli ultimi decenni, si sta assistendo alla sua progressiva scomparsa dalle aree più calde e più a bassa quota dell’areale di distribuzione. Il futuro della specie appare incerto, in conseguenza del cambiamento climatico.
A confermare le preoccupazioni sul destino dei Pika è un nuovo studio, condotto dagli scienziati della University of Colorado Boulder e pubblicato di recente sulla rivista Arctic, Antarctic, and Alpine Research, che rivela un drastico calo dei “giovani” in un sito di ricerca tra le Montagne Rocciose.
Il declino dei giovani Pika
Il Niwot range è un’area situata circa 15 km a Sud del Parco Nazionale delle Montagne Rocciose, caratterizzata da ampie distese di tundra e pendii rocciosi, che sono “casa” per una popolazione di Pika, oggetto di monitoraggio fin dagli anni Ottanta.
Tra il 1981 e il 1990 furono condotti, sotto la guida dell’ex professore della CU Boulder, Charles Southwick, monitoraggi che prevedevano cattura, peso e classificazione sulla base dell’età degli esemplari poi reimmessi in natura.
Dopo una interruzione decennale, i monitoraggi sono stati riattivati nel 2004 e, successivamente, dal 2008 al 2020 sono stati gestiti in maniera continua, sotto il coordinamento di Chris Ray, ricercatrice presso l’Istituto di ricerca artica e alpina (INSTAAR) della CU Boulder, primo autore dell’articolo.
Il nuovo studio ha previsto un confronto dei dati raccolti nell’ultimo decennio con quanto evidenziato dai monitoraggi degli anni Ottanta. I risultati si sono rivelati allarmanti.
La percentuale di Pika catturati e classificati come giovani, è crollata infatti di circa il 50% rispetto agli anni Ottanta. Un declino che evidenzia come la popolazione sia sempre più dominata da adulti. Come evidenziato dai ricercatori, quando non si ha ricambio generazionale, le popolazioni sono destinate a invecchiarsi e ridursi. Una volta che gli adulti più longevi saranno scomparsi, non ci sarà una nuova generazione in grado di sostituirli.
Il principale sospettato è l'aumento delle temperature
Sebbene le cause esatte del declino nel sito non siano ancora del tutto chiare, l'aumento medio delle temperature estive è il principale sospettato. I Pika sono infatti estremamente sensibili al calore e possono vivere entro un ristretto range di temperature. Come efficacemente spiegato dalla dottoressa Ray, "non ansimano come i cani e non sudano. L'unico modo in cui possono rilasciare il calore metabolico è entrare in un luogo fresco".
La loro unica strategia di sopravvivenza al caldo è nascondersi nelle fessure rocciose ombreggiate. Se fa troppo caldo, e per troppo tempo, l'animale non riesce a dissipare il calore corporeo. Sopravvivere diventa molto difficile.
L’aumento delle temperature può avere sui Pika un secondo effetto, quello di rendere più rischiose le migrazioni. Per andare alla ricerca di un nuovo habitat, i Pika sarebbero costretti a scendere di quota e quindi risalire su una nuova vetta. La discesa a quote più basse, con esposizione a temperature ancora più elevate, potrebbe risultare letale.
I ricercatori avvertono che, sebbene lo studio si sia concentrato su un unico sito in Colorado, il declino potrebbe rivelarsi più ampiamente diffuso all’interno dell’areale. La ragione principale alla base di tale affermazione è che il piccolo roditore americano è considerato una delle specie simbolo della criosfera, in quanto fortemente dipendente, per la sua sopravvivenza, dalla presenza di neve e ghiaccio.
Agiscono in tal senso da sistema di allerta precoce per la salute generale degli ecosistemi alpini. In inverno, il Pika predilige ambienti in cui la neve possa fungere da isolante, soprattutto perché non va in ibernazione. In estate necessita di superfici fredde per dissipare il calore corporeo. La sua sopravvivenza è da considerarsi a rischio ovunque sia in corso una alterazione degli ambienti d’alta quota, con progressiva riduzione di ghiaccio e permafrost.