“Una montagna di tesi 2025”: premiati i giovani studiosi delle Terre Alte

Il 28 novembre l’Associazione Sezioni Vicentine del CAI ha consegnato i premi della settima edizione di Una montagna di tesi, valorizzando la ricerca universitaria dedicata alle Terre Alte. Durante la serata assegnato anche il premio Sisilla 2025 alla memoria di Giovanni Beato e Franco Tosin.
Valle del Maurin e Rocca Provenzale da Chiappera - Foto di Einaz80 - Wikimedia Commons - CC BY-SA 4.0 © Einaz80 - Wikimedia Commons - CC BY-SA 4.0

Le ricerche sulla montagna, anche quest’anno, hanno raccontato un territorio ricco di sfide, storia e conoscenza. A Montecchio Maggiore l’Associazione Sezioni Vicentine del CAI ha premiato i vincitori dell’edizione 2025 di Una montagna di tesi, il concorso che dal 2002 valorizza giovani studiosi capaci di indagare le Terre Alte con approcci scientifici e umanistici. La serata, ospitata nella sala Civica di Corte delle Filande, è stata anche l’occasione per assegnare il Premio Sisilla 2025, dedicato quest’anno alla memoria di Giovanni Beato e Franco Tosin.

 

Il concorso

La settima edizione del concorso ha confermato una notevole vivacità di temi e metodologie. Dalla percezione del rischio legato all’encefalite da zecca all’ipotesi di un Parco Naturale nelle Dolomiti Pesarine, fino al racconto del territorio attraverso i toponimi del Matajur e ai progetti di recupero delle antiche vie armentarie, i lavori premiati mostrano quanto la montagna sia un ambito di studio in continua evoluzione. Una commissione di otto esperti ha esaminato 37 tesi, ammesse tra il 2022 e il 2024, assegnando quattro premi principali e cinque menzioni.

«Il livello medio delle tesi è cresciuto ulteriormente – sottolineano i giurati – segno che la montagna continua a generare domande di ricerca, nuove prospettive e un dialogo sempre più stretto fra discipline scientifiche e umanistiche. Ogni lavoro premiato racconta un pezzo delle nostre terre alte, mettendo in luce fragilità, potenzialità e una straordinaria ricchezza di storie».

Come previsto dal regolamento, ai vincitori triennali è stato attribuito un premio di 1.000 euro, mentre le tesi magistrali hanno ricevuto 2.000 euro. Tutti gli studi entreranno nel catalogo BiblioCAI, contribuendo a una raccolta che oggi costituisce un riferimento nazionale per chi approfondisce la cultura e il territorio delle montagne italiane.

 

I premiati

I premi sono andati, per la categoria triennale scientifica, a Noemi Laghetto e al suo studio sull’encefalite da zecca nell’ULSS 7 Pedemontana. La sezione triennale umanistica ha visto la vittoria di Enrico Rossi con un percorso didattico-escursionistico dedicato ai toponimi del Matajur. Per la magistrale scientifica è stato premiato Giulio Massaro con uno studio di fattibilità dedicato alla tutela delle Dolomiti Pesarine. Il primo posto della magistrale umanistica è stato assegnato a Barbara Pozza e Giulia Cadore, autrici di una ricerca sugli interventi di riuso lungo le vie armentarie.

Cinque le menzioni attribuite dalla giuria: i lavori di Maria Giulia Doda, Luca Romanello, Filippo Piana, Stefano Togni e Marco Dallasega sono stati riconosciuti per l’originalità dell’approccio e per l’impatto potenziale sulle conoscenze del territorio montano.

La cerimonia è stata anche un momento di ricordo e gratitudine. Il Premio Sisilla 2025 è stato conferito alla memoria di due figure che hanno segnato profondamente la vita associativa vicentina. Giovanni Beato, già Presidente della Sezione di Montecchio Maggiore e Vice Presidente della Commissione Centrale per l’Escursionismo, è stato ricordato per «la competenza, l’entusiasmo e il senso di responsabilità con cui ha accompagnato generazioni di soci alla scoperta consapevole della montagna».

A Franco Tosin, istruttore e punto di riferimento della Sezione di Bassano del Grappa, il premio è stato attribuito per «aver educato generazioni di allievi a una frequentazione rispettosa e sicura della montagna», rendendolo una figura imprescindibile della sentieristica del Grappa e del Canal del Brenta.

La storia del concorso, nato nel 2002 e sostenuto da ASVICAI con il contributo della Provincia di Vicenza, del CAI Veneto, della Fondazione Antonio Berti e di Le Alpi Venete, testimonia un impegno costante nel promuovere cultura e conoscenza. In più di vent’anni, Una montagna di tesi ha raccolto oltre 200 studi, diventando un archivio prezioso per chi si occupa delle trasformazioni e delle opportunità delle Terre Alte.