Particolare dell’ingresso. Foto: Cantieri d'Alta Quota
L’Alpe Averta. Foto: Cantieri d'Alta Quota
Prefigurazione dell'esterno del bivacco. Foto: Cantieri d'Alta Quota
Prefigurazione dell’interno, con gli arredi completati. Foto: Michele BerrutiSulle montagne della Val Codera, uno dei luoghi più suggestivi e remoti delle Alpi Retiche, sta nascendo un nuovo punto di riferimento per escursionisti e amanti della montagna: il Bivacco Enrico Fasciolo, all’Alpe Averta (1932 metri). L’iniziativa, avviata nell’estate del 2025, sarà presentata sabato 15 novembre 2025 presso la Cooperativa sociale Tremenda XXL, in via Siberia 5 bis a Samolaco.
Il bivacco è dedicato alla memoria di Enrico Fasciolo, ingegnere elettrotecnico scomparso nel 2017 a soli 54 anni in un incidente stradale. Figlio di Maria Orlandi e Sergio Fasciolo, marito di Luisa e padre di Michele, Pietro e Francesco, Enrico aveva profondi legami con il mondo dello scoutismo e con la montagna. Cresciuto tra l’oratorio salesiano e il gruppo scout Agesci dei Padri della Pace, aveva dedicato molti anni al servizio come capo dei Lupetti e dei Rovers/Scolte. Nella vita professionale lavorava per A2A, tra Brescia e Milano, ma il suo cuore batteva per i monti, la natura e la musica: era infatti “basso” nel coro Le Rocce Roche, con cui condivideva amicizie e ascensioni.
Il progetto del bivacco è stato reso possibile grazie alla donazione della famiglia Fasciolo e al sostegno della Fondazione Monsignor Andrea Ghetti - Baden di Milano, che ha promosso la riqualificazione di una vecchia baita in collaborazione con l’Associazione culturale Cantieri d’alta quota, autrice del progetto. Alla realizzazione stanno partecipando imprese locali e numerosi volontari, testimoniando come la solidarietà e lo spirito di servizio restino vivi in questa valle.
Un incontro per raccontare il progetto
L’incontro di presentazione, moderato da Anna Cremonesi e Federico Caniato della Fondazione Baden, si aprirà alle 15.00 con il saluto del presidente Roberto D’Alessio e gli interventi delle autorità locali: i sindaci Fausto Nonini (Novate Mezzola), Livio Scaramella (Samolaco) e Davide Trussoni, presidente della Comunità Montana Valchiavenna (tutti invitati), insieme al presidente del CAI Verceia Giordano Angel e ai rappresentanti regionali dell’AGESCI.
Il Coro Le Rocce Roche, fondato a Brescia nel 1995 e composto da circa 40 elementi, aprirà e accompagnerà la giornata con i suoi canti popolari di montagna.
Seguiranno gli interventi di Agostino Migone, past president della Fondazione Baden, e di Pietro Fasciolo, che offrirà un ricordo del padre Enrico.
Nel primo momento si parlerà del rapporto tra turisti, alpinisti e scout in Val Codera con Teo Colzada, guida alpina della Val Chiavenna, e di architettura dei bivacchi con Luca Gibello, presidente di Cantieri d’alta quota.
Nel secondo momento, spazio al presente e al futuro: Enrico Calvo, responsabile delle Basi Scout “Aquile Randagie” Val Codera, illustrerà le attività scout nella valle, mentre Carlo Valentini e Lorenzo Serafin, rispettivamente project manager e direttore dei lavori, racconteranno nel dettaglio la storia e lo sviluppo del bivacco.
Il pomeriggio si concluderà con il canto finale del coro e l’invito “Arrivederci lassù, a giugno 2026”, quando il nuovo bivacco verrà inaugurato ufficialmente. Seguirà un rinfresco a offerta libera, curato dal gruppo scout Agesci Alto Lario 1 e dal Masci Alto Lario.
Il bivacco
A livello architettonico, il progetto ha puntato al recupero e alla valorizzazione della baita esistente, preservandone le caratteristiche storiche e materiali originali, come richiesto dalla Soprintendenza. Redatto da Stefano Girodo e Lorenzo Serafin, membri del direttivo dell’associazione culturale promotrice, l’intervento ha privilegiato un approccio di restauro conservativo, con l’obiettivo di mantenere intatto l’aspetto tradizionale dei fabbricati rurali dell’Alpe Averta, parzialmente ammalorati. All’interno, gli spazi sono stati adeguati per ospitare sei posti letto con un allestimento funzionale ma rispettoso della storia del luogo. Il progetto prevede inoltre la riqualificazione di un secondo edificio a supporto della baita principale, che sarà utilizzato come magazzino e area di appoggio, completando così l’infrastruttura in maniera coerente con il contesto alpino e la vocazione della valle alla fruizione sostenibile.