Valanga in Valle Aurina: morto un alpinista tedesco

La tragedia ieri, 19 marzo, davanti al fratello: inutili i soccorsi. Il Soccorso alpino: "Terza vittima in due giorni, serve prudenza"
Il versante del Monte Corno dopo il distacco della slavina © Soccorso alpino Alto Adige

È un alpinista tedesco di 59 anni la vittima della valanga che si è staccata ieri (19 marzo 2025) sul Monte Corno, in Valle Aurina (Bolzano). L’ennesima vittima in pochi giorni: come ricorda il Corpo nazionale del soccorso alpino, in meno di due giorni, dieci valanghe hanno provocato tre vittime e diversi feriti.

In Valle Aurina, la tragedia si è consumata a 2.300 metri di quota. L’alpinista, insieme al fratello, aveva da poco raggiunto la vetta, e stava affrontando la discesa verso Rio Bianco quando la slavina l’ha travolto. Provocata, con ogni probabilità, dal suo stesso passaggio. A dare l’allarme è stato il fratello, rimasto illeso. Sul posto sono arrivate le squadre del Soccorso alpino di Campo Tures, la Guardia di finanza, i carabinieri e gli elicotteri dell’elisoccorso Pelikan 1 e dell’Aiut Alpin Dolomites. Individuato l’alpinista, sepolto sotto circa un metro e mezzo di neve, hanno tentato di rianimarlo, ma senza successo: l’uomo è morto sul posto.

Sulla pagina Facebook, il Soccorso alpino sottolinea l’alto rischio valanghe di questo periodo: “I paesaggi nuovamente imbiancati, nel nord Italia, con le giornate primaverili, sono un richiamo per tutti gli appassionati di montagna, ma anche noi ci sentiamo di fare un richiamo: attenzione alle valanghe. Il pericolo risulta essere marcato in diverse località. Prima di intraprendere qualsiasi attività sulla neve e, in particolare, la pratica dello scialpinismo e le gite con le ciaspole, è bene consultare con attenzione i bollettini Aineva, il servizio Meteomont e i bollettini niveo meteorologici locali, quali quelli dell'Arpa, per verificare eventuali condizioni di criticità”. Fondamentale anche l’attrezzatura: “Dotarsi sempre di Artva, l’Apparecchio di ricerca travolti in valanga, pala e sonda e verificare che tutti i dispositivi siano perfettamente funzionanti”. E poi, bisogna "saper praticare il senso della rinuncia per vivere la montagna con prudenza”.