Selfie di vetta per i tre alpinisti polacchi in cima a Phillar of exprience @FB Pawel Zielinski
Il tracciato della nuova via
arrampicaya in placca
estetica incredibile
La nuova via dei polacchi ha raggiunto difficoltà nell'ordine del VII-
L'arrampicata ad Aksu si è svolta principalmente in fessuraIn poco più di un mese, la spedizione polacca composta da Leon Dobrzanski, Patryk Kunc, Piotr Kowalczyk, Robert Pallus e Paweł Zielinski ha salito diverse vie significative nella valle di Aksu: ciliegina sulla torta, il 20 e 21 agosto Zielinski, Kowalczyk e Dobrzanski sono riusciti ad aprire una nuova via su un pilastro del Pik Odessa, un lungo itinerario che hanno battezzato Phillar of Experience, con difficoltà fino a VII-, ED. Paweł Zielinski ha raccontato in un posto le proprie emozioni per una trasferta che si è dimostrata molto istruttiva sotto il profilo alpinistico, aiutando tutto il team a guadagnare esperienza. “Il viaggio in Kirghizistan, anche se inizialmente non era previsto per quest'anno, è stato per me un sogno: la possibilità di vivere una vera avventura e ritagliarmi uno spazio nella natura selvaggia, tra le montagne dell'Asia, dove non avevo mai avuto la possibilità di scalare prima. Andando in spedizione, sapevamo che molte vie erano già state aperte nella valle di Aksu e che trovare un posto per una linea nuova di zecca poteva essere difficile. Tuttavia, fin dai primi giorni del nostro soggiorno, la nostra attenzione è stata attirata da un enorme pilastro eccezionale di circa 4300 metri nel massiccio del Pik Odessa (4810 metri)”.
I polacchi ad Aksu avevano incontrato tra l'altro i Ragni di Lecco, confrontandosi sulle reciproche intenzioni. Marco Zanchetta, Mattia Sandionigi e Davide Pontiggia alla fine hanno aperto - dal basso- sulla parete ovest dell’Ulukbek The game of forty, una via di 700 metri, con difficoltà fino al 7b+, mentre Zielinski e soci si davano a diverse ripetizioni, tra cui la celebre Perestroi Crack.
Una volta che gli alpinisti polacchi hanno preso fiducia e hanno conosciuto meglio l'ambiente, si sono decisi "a rischiare ed entrare in territorio vergine. La nostra via corre su un pilastro eccezionale e conduce alla vetta del Peak 4300. Sono circa mille metri di dislivello, quasi 1900 di salita, 24 tiri, la maggior parte dei quali su terreni piuttosto facili e con molti traversi. Gli zaini pesanti hanno aggiunto difficoltà fin dall'inizio: abbiamo dovuto portare con noi sacchi a pelo, attrezzatura da campeggio e una scorta d'acqua. Grazie a questo, abbiamo fatto un bel bivacco a circa 4000 metri".
Le difficoltà massime sono nell'ordine del VII-, su roccia definita sempre però come solida. I polacchi non hanno lasciato soste fisse e si sono detti molto impegnati anche nella discesa. Qualche giorno dopo l'apertura di Phillar of experience, i membri del team Patryk Kunc e Robert Pallus sono riusciti a ripetere Game of forty, elogiando l'impegno degli “amici” italiani.