Yosemite, lavori in corso e chiusure sul John Muir Trail. Scopriamone la storia

Lavori di manutenzione e deviazioni interesseranno fino a dicembre il celebre sentiero di 340 km che attraversa la Sierra Nevada. Occasione per raccontare la sua affascinante storia e il legame con il naturalista John Muir.

L’autunno è arrivato anche nel Parco Nazionale di Yosemite, accompagnato dalle prime sfumature dorate dei boschi e da provvedimenti di interdizione di alcuni sentieri, per procedere a lavori di manutenzione. Una notizia che farà poco piacere agli escursionisti che abbiano atteso il passaggio dell’estate, per affrontare con maggiore frescura itinerari caratteristici del Parco, tra i quali l’iconico John Muir Trail (JMT), percorso lungo circa 340 chilometri, che attraversa ben tre Parchi Nazionali degli Stati Uniti: Yosemite, Kings Canyon e Sequoia. 

Il JMT sarà chiuso dal 10 settembre al 3 dicembre 2025 nel tratto noto come “Ice Cut” (taglio nel ghiaccio), che collega il Clark Point al bivio con il Panorama Trail. I circa 1.6 km interessati dalla chiusura, rappresentano una sezione del John Muir Trail particolarmente suggestiva ma anche insidiosa, che in inverno viene interdetta al transito degli escursionisti per limitare i rischi da valanghe e di cadute fatali per la presenza di ghiaccio. 

Le settimane di chiusura consentiranno di portare a termine interventi di messa in sicurezza dell'area, spesso interessata da crolli, a causa di una geologia fragile, in quanto si tratta di pareti di granito scolpite nei millenni dai ghiacciai, che si va a combinare all'azione costante e potente esercitata sulla roccia dai cicli di gelo e disgelo. Nella primavera del 2024, il passaggio era già stato oggetto di divieti di accesso, per procedere a sistemazioni urgenti, dopo il verificarsi di una frana di notevoli dimensioni, considerata una delle più significative degli ultimi decenni, che ha interessato circa 300 metri di sentiero.

Pur escludendo la possibilità di affrontare un tratto suggestivo del JMT, la interdizione dell'Ice Cut non definisce la chiusura totale dell’itinerario. Il Parco ha infatti previsto una deviazione, che allunga alquanto il percorso (di circa 3 km) attraverso il Mist Trail, che consentirà di riprendere il JMT una volta raggiunta la cascata Nevada.

I lavori di manutenzione previsti per l'autunno, determineranno anche chiusure parziali o intermittenti lungo lo stesso Mist Trail e il Panorama Trail. Tutti i dettagli sono riportati sul sito ufficiale del National Park Service.

 

La lunga storia del John Muir Trail

Il John Muir Trail, uno degli itinerari che offrono la possibilità di godere delle sfumature dell’autunno a Yosemite, ha alle spalle una lunga storia. Si tratta di un sentiero nato dal sogno di preservare e rendere accessibile la bellezza incontaminata della Sierra Nevada, una delle più importanti e spettacolari catene montuose del Nord America, situata prevalentemente in California, con un piccolo tratto in Nevada.

Il “padre” del JMT è ritenuto essere Theodore S. Solomons, membro fondatore del Sierra Club che a fine Ottocento, a soli 14 anni, mentre pascolava il bestiame dello zio tra i prati della Sierra Nevada, elaborò l’idea di un sentiero d'alta quota che seguisse la dorsale, dalla Yosemite Valley al Kings Canyon. Per comprendere se fosse fattibile tracciare quella che immaginava come una spina dorsale della Sierra Nevada, Theodore iniziò a esplorare la catena montuosa, trovando supporto nelle sue ricerche da parte di Joseph N. LeConte, professore all'Università della California a Berkeley e figura di spicco nel Sierra Club. 

Fu LeConte a proporre di intitolare il sentiero a John Muir, una delle figure più importanti nella storia della conservazione e della natura negli Stati Uniti, a seguito del decesso del naturalista e fondatore del Sierra Club, avvenuto nel 1914. 

Di origini scozzesi, Muir emigrò con la famiglia in America in età adolescenziale. Rimasto quasi cieco a seguito di un incidente, decise di dedicare la sua vita a esplorare il mondo naturale. Intraprese un viaggio a piedi attraverso l'America e, dopo aver visitato l'Oregon e la California, si innamorò perdutamente delle montagne della Sierra Nevada e in particolare della Yosemite Valley. Visse qui per oltre un decennio, dedicandosi allo studio di geologia, botanica e glaciologia.

In uno dei suoi viaggi in natura, nel maggio 1903, si ritrovò a fare da guida tra le meraviglie di Yosemite al Presidente Theodore Roosvelt. Si racconta che le conversazioni condivise con Muir in quei 3 giorni trascorsi insieme, abbiano profondamente influenzato il presidente degli USA, portandolo a istituire numerosi parchi nazionali e a promuovere politiche di conservazione in tutto il Paese.

Attraverso i suoi scritti, Muir svolse quella che oggi definiremmo un’opera di sensibilizzazione, spingendo la gente ad apprezzare e a voler proteggere la natura. 

Dopo la sua morte, il progetto di realizzazione del sentiero a lui intitolato, ottenne l'approvazione e i fondi dallo Stato della California e, in seguito, dal National Park Service. La realizzazione fu un'impresa monumentale. I lavoratori, spesso con attrezzature rudimentali, dovevano scavare nella roccia di granito, superare passi montani impervi e collegare tratti di sentieri già esistenti.

Particolarmente impegnativa risultò la sistemazione dell’ultima parte dell'itinerario, che conduce alla vetta del Monte Whitney (4.421 m), la cima più alta della Sierra Nevada. Finalmente, nel 1938, il JMT fu completato.

Sebbene John Muir non abbia mai visto il sentiero a lui intitolato, il JMT rappresenta una sua eredità. Il percorso attraversa molte delle aree che il naturalista amava e descriveva nei suoi scritti, come i prati d'alta quota, i laghi cristallini e le maestose vette di granito.

Oggi, il JMT è uno dei sentieri a lunga percorrenza più famosi e amati al mondo. Gran parte del percorso è stata incorporata nel Pacific Crest National Scenic Trail, costituendo una componente fondamentale dell'itinerario che si sviluppa tra Messico e Canada. Incamminarsi lungo il John Muir Trail è un modo per riconoscere il proprio posto, per quanto piccolo, all'interno di una rete molto più grande, che è quella della natura, e comprendere quanto sia importante rispettarne ogni sua parte.