Yukshin Gardan Sar: Ragazzo, Wright e Hutchins sui 3600 m della parete nord

Ha preso il via la spedizione verso lo Yukshin Gardan Sar (7530 m), dove i tre alpinisti tenteranno l’apertura di una nuova via sul versante nord, remoto e mai salito. Oltre 3000 metri di parete per una delle sfide più ambiziose del Karakorum.
Stefano Ragazzo in spedizione © Big Rock Media House

È partita venerdì 27 giugno la nuova spedizione degli statutinensi Christopher Wright (capo spedizione), Michael Hutchins e dell'italiano Stefano Ragazzo. I tre sono diretti verso lo Yukshin Gardan Sar (7 530 m), montagna tra le più difficili e impegnative del Karakorum pakistano, su cui intendono aprire una nuova via sull'inviolata parete nord. Bastano pochi numeri per capire la portata del progetto: la via avrebbe uno sviluppo di 3100 metri, dalla parte alta del ghiacciaio che si sviluppa alle pendici della montagna (a quota 4400 m), fino agli oltre settemila metrei della cima della montagna. La spedizione è finanziata dal Club Alpino Italiano e sostenuta dall’American Alpine Club

 

Yukshin Gardan Sar

Lo Yukshin Gardan Sar è stato scalato solo tre volte, sempre per la stessa via che segue il ghiacciaio Yazghil sul versante sud-ovest. Una via aperta nel 1984 da un team austro-pakistano.

Sul versante nord, invece, dove intendono muoversi i tre alpinisti, è stato portato avanti un solo tentativo, sempre nel 1984. Fu una spedizione giapponese a cimentarsi con questa monumentale parete, riuscendo a raggiungere i 6900 metri circa, prima di trovarsi nelle condizioni di dover rinunciare sia a causa dell'aumentare delle difficoltà sia per un inasprimento delle condizioni climatiche.

L'ultima ascensione alla montagna è stata invere realizzata dagli spagnoli Alejandro Arranz, Iñaki Aldaya, Alfredo Zabalza e Tomás Miguel nel 1986. Salirono per la via dei primi salitori, affrontando una discesa da incubo, immersi nella bufera. Nessuno perse la vita, ma tutti subirono severi congelamenti.

Sono veramente poche le informazioni che si hanno su questa montagna remota e sulla sua parete nord. Gli stessi alpinisti hanno ammesso di essere riusciti a recuperare pochissimo materiale. Per organizzare la scalata si sono infatti basati principalmente su qualche foto scattata da una spedizione scientifico-alpinistica che nel 2015 ha raggiunto la parete. “Una volta raggiunta la parete potremo valutare le condizioni e capiremo come muoverci” ha spiegato Stefano Ragazzo. “Nessuno è mai stato sulla linea che vogliamo salire” ha concluso lasciando intendere che non seguiranno la via già tentata in precedenza dai giapponesi.

Prima però di iniziare il tentativo di scalata Wright, Hutchins e Ragazzo devono acclimatarsi, cosa che faranno in un'altra zona della montagna. Una scelta dettata con buona probabilità da due esigenze: muoversi in un ambiente dove poter gestire al meglio ogni imprevisto, valutare le condizioni della parete e della loro linea. 

 

La logistica

Al momento i tre sono in cammino verso la montagna, dove allestiranno il campo base. Campo base che sarà piuttosto basso, a circa 3600 metri sulla morena del ghiacciaio. Da qui alla parete sarà un vero è proprio viaggio, l'attacco si trova infatti a circa 4400 metri di quota e a otto chilometri di distanza dal campo.

Secondo quanto hanno osservato per il momento gli alpinisti sono fiduciosi di non trovare grandi difficoltà nella parte bassa della parete, mentre la sezione chiave sarà quella centrale.

La parete © Sergiu Jiduc, Karakoram Anomaly Project

Il cambio di piani

In origine, l’obiettivo della spedizione era un altro gigante ancora inviolato: il Rimo III, una montagna indiana di 7169 metri, situata nel remoto settore orientale della catena del Karakorum, nella regione del Ladakh. Conosciuto per la sua inviolata parete nord-ovest alta circa 1600 metri, il Rimo III è una montagna tecnicamente complessa che ha fin da subito colpito Wright, Hutchins e Ragazzo tanto da portarli a immaginare subito una spedizione in stile alpino su questa imponente parete. A frenarli e a far cambiare i piani all'ultimo minuto ci ha pensato la recente instabilità politica e le crescenti tensioni tra India e Pakistan, soprattutto nell’area contesa del Kashmir. “Le recenti tensioni politiche al confine tra Pakistan e India hanno fatto si che i tempi per avere il permesso di scalata del Rimo III, già lunghi di per se, si allungassero ancora di più" spiega Ragazzo. "Per questo motivo, abbiamo scelto la parete nord dello Yukshin Gardan Sar: un’ascensione molto più difficile e impegnativa”.

 

I protagonisti

La spedizione è composta da tre alpinisti accomunati da ideali e visioni comuni. Un'amalgama di esperienza e spirito di esplorazione che gli permette di sognare in grande. Christopher Wright, 41 anni, nato in Gran Bretagna ma cresciuto in Pennsylvania, è guida alpina e vanta numerose prime ascensioni in Himalaya, Alaska, Norvegia e Yosemite, incluso il difficile Link Sar (7041 m, Karakorum). Con lui Michael Hutchins, 31 anni, da Mazama (WA), guida e carpentiere, ex ranger sul Monte Rainier e istruttore presso il Khumbu Climbing Center; ha scalato, tra le altre, il Denali nove volte e Mt. Hunter in solitaria, stabilendo anche un record di velocità.

A completare il trio lo scalatore italiano Stefano Ragazzo, 34 anni, originario di Padova ma residente tra Chamonix e le Dolomiti dove svolge il mestiere di guida alpina. Fuoriclasse indiscusso ha recentemente realizzato la prima solitaria di Eternal Flame nel gruppo delle Torri di Trango (6239 m, Karakorum), allo stesso modo ha salito in solitaria The Nose su El Capitan in 48 ore e compiuto numerose prime su grandi pareti dell'Europa, dell'Himalaya e della Patagonia.