Linea 7000: la conclusione del viaggio nel Parco Nazionale della Val Grande

Durante questo viaggio Gian Luca Gasca ha camminato con il Vicepresidente generale  del Club alpino italiano Antonio Montani
Prodotto da Club alpino italiano e Sentiero Italia CAI, Linea 7000, il progetto del camminatore Gian Luca Gasca, approda nel parco nazionale della Val Grande, con l'ottavo e ultimo episodio della serie di video. Come ogni volta, si è spostato con i mezzi pubblici. Il video è disponibile sul canale YouTube e sulla pagina Facebook del Club alpino italiano. Durante questo viaggio Gian Luca ha camminato con il Vicepresidente generale  del Club alpino italiano Antonio Montani. Per raggiungere il parco nazionale della Val Grande, i due si sono spostati  a bordo della ferrovia Vigezzina. «Si tratta di un treno che ha un valore storico, ma anche sociale: Infatti, trasporta i frontalieri che si spostano per lavoro, tra l’Italia e la Svizzera», spiega Montani. I due camminatori, scesi dalla stazione di Malesco, dove fa tappa il Sentiero Italia CAI, si spostano verso sud, verso la Val Grande. «La Val Grande è un’area selvaggia di ritorno. Prima era antropizzata, poi è stata caratterizzata dal fenomeno dello spopolamento e quindi la natura si è ripresa il suo posto», spiega Montani. La bocchetta di Scaredi rappresenta la porta della Val Grande, «da cui si apre la vera area selvaggia» puntualizza Montani.  I due camminatori poi si dirigono verso La Piana, la capitale della Val Grande. Un borgo disabitato, da cui si snoda la riserva integrale del Monte Peglia: un’area protetta in cui, dal 1992, viene negato l’accesso all’uomo. Infine, Gasca e Montani si dirigono verso i confini del parco. La colma di Premosello è il luogo in cui la Valgrande incontra la Val d’Ossola e i primi centri abitati. «Sono bastati due giorni per vivere un’immersione totale nell'ambiente, lasciando la macchina a casa. Un paio di ore in treno ci hanno permesso di raggiungere un territorio dove ancora si può parlare di wilderness, di scoprirlo e di sentirci distanti dalla modernità. Un’emozione che si vive nel tempo di un fine settimana, senza sforzi», conclude Gasca.