Dopo l’ampliamento, avvenuto la scorsa estate, gli amici di Roberto Barbero, che costruirono 60 anni fa la Capanna Sociale a lui dedicata, affidano la struttura alle cure del Cai di Borgo San Dalmazzo.
Ma cosa abbiamo fatto in tutti questi anni? Ce lo siamo chiesti quando il 23 settembre ci siamo ritrovati per ricordare Roberto Barbero scomparso sulla Plent il 13 giugno 1963 e festeggiare l’ultimo ampliamento del bivacco dedicato alla sua memoria, realizzato dalla Sezione di Cuneo.
Le risposte sono state tante: poco più che ventenni abbiamo tracciato il sentiero dal gias della Vagliotta fino al cantiere, con i proventi di una sottoscrizione spontanea abbiamo acquistato i materiali necessari a costruire il bivacco, li abbiamo trasportati a spalle fino al sito dell’edificazione, l’abbiamo eretto con le nostre mani, l’abbiamo regalato al CAI, l’abbiamo ampliato con le stesse modalità, abbiamo realizzato l’acquedotto e la fontana, per 60 anni abbiamo manutenuto rifugio e sentiero, abbiamo costruito una libreria per i frequentatori, abbiamo molto mangiato, molto bevuto, molto cantato e gioito reciprocamente della bella compagnia e.....
Ma oggi, superata la soglia degli 80 anni, a quali riflessioni ci rimandano queste azioni?
La Vagliotta è una valletta laterale della Valle Gesso, nelle Alpi Marittime, che nel massimo sviluppo della sua lunghezza, dal Ponte omonimo sino al Punto Nodale della Mondini, può essere percorsa in circa 5-6 ore. A noi ne ha richiesto più di 500mila.
Per 60 anni abbiamo calcato instancabilmente il sentiero intagliato nei fianchi dell’Asta Sottana e del Lausetto: era il filo di Arianna, quello che ci permetteva di sfuggire ai nostri Minotauri.
Non pochi ci avranno paragonati a criceti intrappolati nella ruota. In realtà è stata un’avventura fantastica e, al di là dei fatti che hanno connotato questa esperienza, ci siamo trovati impegnati nella più lunga e difficile traversata che avessimo mai compiuto: partiti dall’Io siamo quasi giunti al Sé e, nonostante fossimo sempre insieme, ognuno di noi si è trovato a compiere quel lungo tragitto, colmo di insidie, in piena solitudine.
Poi, ad un tratto, ci siamo scoperti anziani. Ora ci stiamo avviando verso l’ineluttabile conclusione dell’avventura umana, felici che il
nostro compito in questa vicenda, che nell’economia dell’universo è assolutamente marginale, si sia esaurito con l’evento del 23 settembre.
Nell’occasione abbiamo affidato ricordi e ideali, simbolicamente materializzati nel Rifugio Roberto Barbero, alle migliori mani e menti possibili che potessimo augurarci di incontrare: quelle dei nuovi membri del gruppo. Molti di essi non hanno conosciuto Roberto, ma è sorprendente essere diventati amici nella condivisione della sua memoria e questo aspetto è sicuramente frutto delle attitudini di coloro che amano davvero la montagna.
Adesso ci sentiamo un po' stanchi e sentiamo il bisogno di farci da parte, ma siamo sicuri che il patrimonio di sentimenti e di sensazioni accumulato durante la lunga traversata, che non siamo riusciti a concludere, non andrà perduto.
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Gli amici di Roberto