Durante un recente incontro d’urgenza svoltosi a Belo Horizonte, Brasile, i vertici della Commissione Centrale Speleologia e Torrentismo del CAI (CCST), della Scuola Nazionale di Speleologia (SNS) e della Società Speleologica Italiana (SSI) si sono confrontati a seguito di una segnalazione giunta da un delegato dell’Unione Internazionale di Speleologia (UIS).
SSI e CAI sono stati coinvolti dal delegato UIS delle Filippine, che ha lamentato la presenza di attività svolta da speleologi italiani in un parco nazionale filippino, senza le opportune autorizzazioni.
Appare evidente che entrare in casa d’altri senza chiedere permesso non contraddistingue lo stile delle nostre associazioni. Inoltre, è da tenere in considerazione la sottoscrizione della Carta di Casola, che ha stabilito il modus operandi in ambito internazionale.
Siamo certi che questa situazione sia stata creata da una superficiale organizzazione e, per evitare che in futuro la speleologia italiana sia considerata tale, invitiamo tutti a interfacciarsi con le proprie organizzazioni di riferimentoper ottimizzare gli aspetti formali di tali attività.
Per CAI CCST
Giuseppe Priolo
Per SSI ETS
Sergio Orsini