Il Cai Sardegna è conscio della fondamentale importanza dell’energia e della sua disponibilità per la sopravvivenza e lo sviluppo dei territori. Diverse fonti rinnovabili di energia (ad es. energia cinetica, idraulica ed eolica, biomasse forestali) traggono origine, per condizioni favorevoli, dalle zone collinari e montuose, ma il loro sfruttamento può causare importanti squilibri (idrogeologici, paesaggistici, floro-faunistici e antropico-sociali) all'ambiente.
Il Cai Sardegna ritiene che le decisioni in merito alle installazioni di apparati per lo sfruttamento di fonti rinnovabili di energia richiedano una particolare attenzione in quanto pongono problemi non indifferenti al paesaggio e all’ambiente naturale in genere. L’utilizzo di tali fonti, auspicabile in linea di principio, è tuttavia oggi distorto da incentivazioni economiche che possono alterare e falsare la loro sostenibilità economico-ambientale e indurre speculazioni industriali a spese dell’ambiente naturale e del paesaggio.
Quello presente in Sardegna è un grande capitale naturale, il Cai Sardegna chiede di dare valore alla sua importanza naturalistica. Purtroppo recentemente si sono moltiplicate nell’Isola le proposte di installazione di veri e propri impianti industriali di centrali fotovoltaiche ed eoliche, soprattutto in aree interne e costiere, da parte di realtà o società spesso avulse dal territorio, che presentano progetti che paiono non tenere conto delle esigenze delle comunità locali e dell’impatto ambientale irrimediabile che tali infrastrutture comporterebbero sugli ecosistemi e sui servizi ad essi correlati.
Con particolare riguardo all’eolico, l’impatto ambientale di un impianto eolico è visivo, acustico, idrogeologico, elettromagnetico e faunistico ed è strettamente legato alla sua potenza, quindi alle dimensioni, numero e disposizione sul terreno delle torri; ma anche alla distanza dalla rete elettrica e dalle strade carrabili d’accesso; può inoltre variare in relazione alle caratteristiche del luogo di ubicazione. Date le premesse, il Cai Sardegna, in collaborazione con la sua Commissione Tutela Ambiente Montano, sta attualmente formando al suo interno un gruppo specializzato sulle fonti rinnovabili che avrà il compito di vigilare affinché ogni nuova realizzazione od ampliamento di quanto esistente risulti inquadrata nella normativa e di proporre interventi di tutela dell’ambiente sul territorio. Il Cai, in questo senso, si pone come portatore di interessi pubblici e in forma collaborativa verso l’attuale giunta regionale.
Nel territorio italiano sono stati da lungo tempo sviluppati studi che individuano i luoghi nei quali le condizioni anemometriche sono favorevoli alla infrastrutturazione eolica, ma non esiste, per contro, un organico piano nazionale che individui anche gli areali oggettivamente incompatibili. Una pianificazione di questo tipo consentirebbe a nostro parere di introdurre i canoni della corretta gestione delle risorse in un contesto che rischia altrimenti di essere egemonizzato dalle crescenti dinamiche del cosiddetto “eolico selvaggio”.
Carattere distintivo di questa pianificazione deve essere quello di una sua interdisciplinarietà e trasparenza, in grado non solo di contemplare tutto l’insieme dei diversi fattori che hanno costruito nel tempo l’immagine del territorio e gli effetti che ne derivano a seguito della realizzazione degli aerogeneratori, ma contemplandovi anche l’importante funzione sociale e aggregativa esercitata dall’estesa rete dei percorsi escursionistici. Inoltre, la sua stesura deve essere appannaggio di qualificate competenze specialistiche non condizionate da potentati economici e che siano in larga parte espressione di organismi portatori di interessi diffusi.
Il Cai non è contrario all’ impiego delle fonti di energia rinnovabili, ma ritiene che possano essere sostenute, operando in modo che il loro utilizzo debba sottostare:
• a un controllo positivo del rapporto costi-benefici in termini energetici, economici, ambientali e sociali, esperito tramite la valutazione di incidenza ed impatto ambientale per le nuove strutture;
• al rispetto dei vincoli e dei principi di sostenibilità ambientale e paesaggistica previsti dalle vigenti disposizioni con particolare riferimento alle aree protette (parchi nazionali, regionali, SIC, ZPS ed Aree Natura 2000);
• alla priorità nella installazione del fotovoltaico in centri abitati e/o utilizzando strutture già esistenti (ad esempio tetti, parcheggi);
• all’evitare installazioni in zone agricole, anche se abbandonate;
• all'accertamento, per l'eolico, della sussistenza di una ventosità che assicuri una produttività specifica media equivalente ad almeno 2.000 ore/anno di funzionamento a potenza nominale.