
Quasi una fatalità l’incontro tra il Sentiero Italia CAI e l’opera dell’artista Maria Lai, tra i contrafforti delle campagne di Jerzu e gli alti pianori di Perdasdefogu. "La cattura dell’ala del vento", installata sulla porta del parco eolico ai piedi della cima di Monte Codi, con insediamento radar a scopi civili e militari, diventa simbolico crocevia di arte, natura e cammino.
Ma i soci CAI, in queste prime giornate del luglio infuocato, non avevano alcuna intenzione di aprire dibattiti sulle energie rinnovabili. L’impegno è stato invece integrale e concentrato per concludere e portare a termine la segnaletica verticale e orizzontale dei circa 600 chilometri del Sentiero Italia CAI in Sardegna.
Accanto ai dirigenti del CAI Ogliastra – il presidente Nicola Secchi e le componenti del direttivo Elisa Caredda e Martina Loi – anche una partecipata squadra della Commissione sentieri e cartografia del CAI Nuoro, composta da dieci soci e coordinata da Giacomo Attardi.
Il Sentiero Italia, arteria viva e simbolo di connessione tra i sentieri italiani, arriva da queste terre muovendo i suoi "passi" da Santa Teresa di Gallura, attraversa graniti e massicci calcarei, tocca i Supramonti di Barbagia, lambisce la vetta di Punta La Marmora, tocca il sito archeologico più elevato dell’isola – Ruinas – accarezza Perda Liana e scende verso il complesso forestale di Montarbu, dove incontra anche il museo curato da Forestas.
La nuova segnaletica CAI si compone di frecce direzionali su palificazione verticale, con simbolo SI, e bandierine bianco-rosse che indicano continuità di percorso, località, chilometraggio e tempi di percorrenza.
I luoghi di posa (LDP) lungo la tappa Z-22 vanno da Sant’Antonio di Jerzu (posto tappa) a Muvroni, Cala Cuaddu, fino al Monumento al Vento di Maria Lai e a Monte Codi. Dalla chiesetta campestre a quota 800 metri si segue il tracciato del CAI sino al parco eolico, per poi scendere nella valle solcata dal Rio Su Ludu, affluente del Flumineddu d’Ogliastra, tra alberi secolari di fillirea.
Lungo il tracciato si incontrano pinnettos ristrutturati, nuraghi in rovina e pozzi sacri, testimonianze della storia millenaria della Sardegna. Non lontano, il bosco di Santa Barbara di Perdas e il paese, simbolo di “area militarizzata”, oggi attraversato anche dal Sentiero Italia CAI, che continua a unire genti e comunità dalle Alpi agli Appennini, fino a Trieste.
“Sentiero Italia e tremila chilometri di Rete accatastata in Sardegna con segnaletica CAI,” dichiara Matteo Marteddu, del direttivo regionale, “sono l’anima dell’escursionismo. Se si provasse a scuotere e a rendere pratica la legge 14/2023 su rifugi e bivacchi, con regolamento attuativo inspiegabilmente dormiente, scriveremmo da subito un’altra storia.”