Il lago di Castel San Vincenzo con le Mainarde sullo sfondo © Cai NapoliUn centinaio di persone si sono riunite il 3 gennaio 2024 a Castel San Vincenzo (IS) per partecipare alla Staffetta culturale organizzata dal Coordinamento No Pizzone II “per dire Sì ad un futuro sostenibile nei nostri luoghi, per dire No al progetto Enel Pizzone II”.
La Sottosezione Cai di Montaquila-Valle del Volturno e le Sezioni di Castel di Sangro e di Napoli erano presenti per affiancare i cittadini, le associazioni e gli enti locali, come i comuni di Alfedena, Barrea e Rocchetta al Volturno, la Provincia di Isernia e la Regione Molise che, insieme al Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e ad autorevoli voci come quelle dell’Abate di San Vincenzo al Volturno (candidata ad essere sito UNESCO) e dell’Abate di Montecassino, si sono formalmente espressi contro il progetto di Enel Green Power.
Un momento della staffetta culturale © Cai NapoliIl progetto per la realizzazione di un impianto idroelettrico da 300 Megawatt, di produzione e pompaggio tra i laghi della Montagna Spaccata e di Castel San Vincenzo, è stato reso noto a inizi agosto 2023, lasciando ben poco tempo ai Comuni e agli Enti preposti, portatori di interesse, per formulare le loro osservazioni. La creazione della centrale prevedeva inizialmente, in sintesi, 10 km di gallerie, la deforestazione di 11 ettari di bosco, la produzione di un milione di metri cubi di inerti, la creazione di strade, pozzi piezometrici, cantieri; il transito continuo di tir, il deposito degli inerti in siti umidi e vallette boschive; da 5 a 8 metri di svuotamento alternato dei laghi, interdetti ad ogni possibile fruizione e riservati all’esclusiva funzione di bacini idroelettrici; anni e anni di lavori… E l’impatto ambientale? A seguito delle osservazioni dei Comuni e della ferma opposizione di alcune amministrazioni e del PNALM, il progetto è stato ridimensionato: 150 Megawatt, seicentomila metri cubi di inerti, riduzione del numero dei cantieri e dello svuotamento alternato dei laghi.
Il progetto di Enel resta tuttavia inaccettabile. Non c’è nulla di green nello stravolgimento di un’area di eccezionale pregio ambientale, e tuttavia delicata, come quella delle Mainarde molisane e dei due laghi, in parte compresa nel PNALM, in parte nella limitrofa fascia protetta. Non c’è nulla di sostenibile, se i nostri parametri sono la sostenibilità ambientale, la sostenibilità sociale, la sostenibilità economica. Vaste faggete, radure e praterie in quota dove circola e si riproduce l’orso, dove il lupo mantiene l’equilibrio fra prede e predatori; strade dove si guida piano perché è quotidiano l’incontro con il cervo, il capriolo, il cinghiale; sentieri dove si cammina in silenzio per scorgere sulle creste il profilo del camoscio; cieli pieni di uccelli, sottoboschi carichi di sorprese. Dove si scaveranno le gallerie? Sotto il Monte Mattone che sovrasta Pizzone. Dove finiranno gli inerti? Nel pianoro Le Forme, sotto la Val Pagana, a riempire zone umide e carsiche dove oggi pascolano bovini e cavalli. E quali acque per il futuro? Le sorgenti stesse del Volturno rischiano una seria compromissione. Oggi che l’acqua è un fattore così critico per l’umanità, con costi tali da produrre conflitti, ha senso utilizzarla per forme di compensazione delle rete elettrica che, comunque, saranno sostituite da altri sistemi di produzione di energia?
Il lago e borgo di Castel San Vincenzo © Cai NapoliQuesto territorio, rinaturalizzatosi dopo decenni in seguito alle creazioni delle dighe della Montagna Spaccata e di Castel San Vincenzo, è riuscito a convivere con lo sviluppo idroelettrico che pure non garantiva la salvaguardia del reticolo idrico montano; oggi è capace di un’economia sana e sostenibile, che valorizza i suoi laghi per un turismo che cerca la bellezza in natura, che fa lavorare le generazioni alla ricerca della “restanza”, tra offerta turistica in crescente destagionalizzazione, aziende agroalimentari e allevamenti con produzioni di pregio, uso sapiente delle risorse del suolo che qui ancora si sa praticare, valorizzazione dei borghi che conservano piccoli gioielli architettonici sopravvissuti a guerre e terremoti. Questo Appennino abruzzese-molisano, che lotta contro lo spopolamento curando con amore le proprie eccellenze, non vuole essere stravolto e snaturato da un mega-impianto che verrebbe a privare tutta la regione della sua identità, sconvolgendone non solo l’assetto naturale, ma il tessuto sociale ed economico, ché più grave sarebbe poi l’abbandono, anche da parte di coloro che qui non vivono, ma che qui, come noi che andiamo in montagna, hanno passioni e valori che con dolore dovremmo indirizzare altrove.
Proprio perché sono quel Club alpino italiano che ha dietro di sé 160 anni di etica, pronunciamenti importanti come il Nuovo Bidecalogo, studi fondanti come quelli dei gruppi Terre Alte e Grandi Carnivori, e nello specifico il documento conclusivo del Convegno CAI-TAM “Idroelettrico e Montagna” (Bologna, 16 giugno 2018), fino ai lavori del recente 101° Congresso: proprio per queste, tra tante altre ragioni, le sezioni Cai che in queste montagne svolgono le loro attività di escursionismo e ricerca; segnano sentieri per proteggere dall’abbandono antichi percorsi pastorali, religiosi, agricoli; portano le scuole e i ragazzi per allargare la loro visuale sul meraviglioso orizzonte delle terre dove sono nati; operano come sentinelle del territorio –– le sezioni Cai di Montaquila-Valle del Volturno, Castel di Sangro e Napoli sono accanto a quanti si impegnano, quotidianamente, in questa missione di tutela, e confidano nella più ampia partecipazione delle sezioni sorelle che tanto spesso si incontrano su queste montagne.
Roberto D’Alessio (Sottosezione Cai Montaquila-Valle del Volturno)
Maria Giovanna Canzanella (Sezione Cai Napoli)
Tutti i documenti prodotti dall’Enel e dalle Amministrazioni locali sono disponibili sul sito nopizzone2.org