Andrzej Bargiel nel tentativo di discesa dell'Everest nel 2022 © FB Andrzej BargielL’alpinista e sciatore estremo polacco, Andrzej Bargiel, primo e unico al mondo a riuscire nella discesa con gli sci del K2, annuncia il suo ritorno tra i Giganti della Terra, con l’obiettivo di tentare la discesa integrale dell’Everest.
Per l’alpinista di Łętownia, quello dell’estate 2025 rappresenterà il terzo tentativo di discesa sul Tetto del Mondo. La spedizione, nuovo capitolo del progetto “Hic Sunt Leones”, che vede come obiettivo la discesa con gli sci dalle più alte montagne della Terra, è stata annunciata con un breve post, che si apre con un semplice ma intenso “Fingers crossed”, dita incrociate. Una frase scaramantica, in piena sintonia con il proverbio “Non c’è due senza tre”.
Per ora è stato presentato l’essenziale, ciò che basta per accendere i riflettori su quella che, ci si augura, possa essere la volta buona. Al momento si conoscono solo due elementi: la destinazione, l’Everest, e la squadra, rappresentata da uno staff di abili alpinisti, esperti in campo medico e cinematografico.
Andrzej sarà accompagnato infatti dal produttore cinematografico Tomek Gaj, che rivestirà il ruolo di capospedizione, dal medico Patrycja Jonetzko, dal fisioterapista Piotr Sadowski, dall’alpinista e guida alpina polacca Jan Gąsienica-Roj, dal cineoperatore Maciej Sulima, dal fratello Bartek Bargiel, in compagnia del suo fidato drone, del fotografo Bartek Pawlikowski e infine di Dariusz Załuski, alpinista, himalaista, regista, sceneggiatore e fotografo polacco, che ha già partecipato a diverse spedizioni con Andrzej Bargiel, principalmente in qualità di cineoperatore per documentare le sue imprese, incluso il tentativo fallito di discesa del K2 del 2017 e il successo del 2018.
Non sono stati forniti dettagli tecnici, ma ci si attende di vedere Bargiel in azione, secondo lo stile già adottato nelle precedenti spedizioni, ovvero puntando a una salita senza ossigeno supplementare e senza Sherpa di supporto.
Se dovesse riuscire nell’impresa, diverrebbe il primo sciatore a realizzare la discesa integrale dell’Everest, senza fare uso di ossigeno supplementare.
Il primo a realizzare una discesa dell’Everest sugli sci, senza bombole di ossigeno, è stato l’italiano Hans Kammerlander nel 1996. Raggiunta la vetta in solitaria, dal versante tibetano, in un tempo record di 16 ore e 40 minuti, Kammerlander scese con gli sci, lungo il versante nord, fino al campo base avanzato sul ghiacciaio del Rongbuk. Non si trattò però di una discesa integrale.
A completare la prima discesa integrale dell'Everest, lungo il versante sud, senza mai togliere gli sci dalla vetta al campo base, è stato Davo Karničar. L'alpinista sloveno effettuò però la salita, utilizzando le bombole di ossigeno.
I due precedenti tentativi di Bargiel sull’Everest
Andrzej Bargiel, dopo lo storico successo della discesa sugli sci del K2, realizzato nel 2018, ha tentato per due volte di replicare l'impresa sull'Everest. In entrambe le occasioni, i tentativi sono risultati infruttuosi.
Il primo tentativo risale all’autunno del 2019. Andrzej e la sua squadra si trovarono costretti a interrompere la spedizione, a causa della presenza di un grande seracco pericolante, che incombeva sulla cascata di ghiaccio del Khumbu. Il rischio di crollo era troppo elevato e avrebbe reso impossibile il passaggio in sicurezza.
Nell’autunno 2022 è stato realizzato un secondo tentativo, ostacolato dalle condizioni meteorologiche estreme, con forti nevicate e venti impetuosi. Dopo aver aspettato a lungo a Campo 2, Bargiel ha preso la difficile decisione di porre fine alla spedizione.
In entrambi i tentativi, lo sciatore ha mostrato un approccio etico e cauto, mettendo la sicurezza personale e della squadra al primo posto. Le difficoltà incontrate nel corso delle due salite, hanno portato Bargiel a esprimere preoccupazione in merito al cambiamento climatico e al suo impatto sugli ambienti montani, anche ad altissima quota.
Rivolgendo lo sguardo al futuro dell’alpinismo himalayano, in occasione della conferenza stampa svoltasi alla vigilia della partenza per il Nepal, nel 2022, ha dichiarato quanto segue: "dobbiamo anche tenere conto del cambiamento climatico. L'aumento delle temperature non favorisce ottimali condizioni sulle montagne più alte, ed è possibile che tra 10 anni una discesa del genere non sarà più possibile.”