
Montagna e diritti umani, un binomio inscindibile per Nasim Eshqi, alpinista professionista e attivista iraniana che il 15 aprile ha completato l'apertura di una nuova via di arrampicata a Punta Cusidore, nel comune di Oliena (NU) in Sardegna. 13 lanci, 570 metri, questi alcuni dei dettagli tecnici della via, chiamata "End child marriage" – Fine al matrimonio infantile – la terza del più ampio progetto "When mountains speak" – Quando le montagne parlano – nato per sensibilizzare sui diritti umani.
Questo nuovo capitolo è dedicato ai diritti delle bambine costrette a sposarsi: "Quella che è iniziata come una storia scolpita nel silenzio è ora una voce nella roccia, un appello per chi verrà dopo. Più che una salita, è una connessione. Una lingua. Uno scopo. Una voce per chi non sempre viene ascoltato, portata verso l'alto ad ogni scalata" scrive Nasim sui suoi social il 17 aprile, quando ha annunciato di aver raggiunto l'obiettivo. Il tema è caro a Nasim: in Iran circa 30.000 bambine sono costrette a sposarsi prima dei 14 anni; 10.000 di queste hanno meno di 10 anni. E nel mondo, ogni anno, 12 milioni di ragazze sono costrette a sposarsi prima dei 18 anni. Nasim dichiara: "Questi non sono solo numeri, sono esseri umani, come me e te".
Dettagli della spedizione
Ad accompagnarla nel suo percorso, iniziato il 7 aprile, il compagno Sina Heidariy, ma anche tanta pioggia ed umidità. A documentare la loro spedizione, l'amico e fotografo Fedor Kulikov, che li ha supportati tappa dopo tappa. La via presenta un grado di difficoltà 7a+/b e sale lungo la montagna calcarea che si erge per 700 metri oltre il limite del bosco, con una quota di vetta di 1,147 metri. Per la salita è stato usato un set di cams da 0,75-4, corde doppie da 60 metri, imbracature di varie dimensioni e 13 lanci. Tutti gli ancoraggi sono dotati di 2 bulloni e un anello. Per quanto riguarda la discesa, è possibile percorrere a piedi la via normale sul versante sud. In alternativa, si può fare una discesa in corda doppia, ma la traversata al passo r9 presenta alcune difficoltà.
Nasim ha documentato sui social la sua iniziativa sportiva e di attivismo, condividendo video dell'arrampicata, dell'apposizione degli ancoraggi, del panorama che li circondava e parole di riflessione sull'importanza del suo progetto: "Nel cuore della splendida Sardegna, sulla maestosa parete del Cusidore, stiamo scrivendo una storia su una linea, un messaggio tracciato lungo una via di arrampicata. (...) È più di una semplice scalata; è un invito all'azione, È anche un ponte tra noi e coloro che la scaleranno dopo. Un linguaggio condiviso inciso sulla montagna, una connessione che va oltre il tempo e lo spazio. Scalare significa ascoltare, rispondere, diventare parte di una storia più grande".

Il progetto When mountains speak
End child marriage è il terzo tassello di un progetto più ampio: When mountains speak è un progetto di advocacy: Nasim apre nuove vie su alte montagne e dà loro nomi legati ai movimenti per i diritti umani. In questo modo, utilizza l'arrampicata e l'alpinismo come megafono per far risuonare, a livello globale, le lotte di chi non ha voce. L'obiettivo è aprire più vie dedicate ai diritti umani e ai movimenti femminili, aumentando la consapevolezza su questi temi critici.
La prima via aperta, aprifila del progetto, è stata "Rise Up for Human Rights" – In piedi per i diritti umani – sul Minareto nel massiccio del Monte Bianco in Francia, nel 2023; la seconda è stata "Women-Life-Freedom" – Donna, vita, libertà – sulle Dolomiti, nel 2024.
Chi è Nasim Eshqi
Nasim Eshqi è un'alpinista professionista iraniana ed ex campionessa di kickboxing. La sua è una storia di ribellione: alla famiglia e alle regole sociali imposte alle donne in Iran. A cominciare dalla rinuncia all'hijab per poi passare al rifiuto di tutte le limitazioni che il regime islamico impone alle donne. Per il suo impegno politico è stata arrestata diverse volte ed è stata costretta a rinunciare alla sua carriera sportiva da kickboxer e all'esilio. Si è trasferita in Europa dove porta avanti il suo impegno e la sua passione per i diritti umani e lo sport, aprendo più di 100 nuove vie di arrampicata. Ha pubblicato in Italia il suo primo libro, “Ero roccia, ora sono montagna”, in cui è condensato il suo messaggio contro l'oppressione delle donne in Iran.