Attenzione alle zecche

Stazionano nella vegetazione nei pressi dei sentieri e approfittano di persone e animali attaccandosi alla loro pelle e succhiandone il sangue, con il rischio di trasmettere malattie. Marco Battain, della Commissione centrale medica del Cai, ricorda agli escursionisti le precauzioni da prendere e le modalità di estrazione di una zecca dal corpo dei malcapitati

Nelle ultime settimane sono stati pubblicati sulla stampa diversi articoli sul pericolo rappresentato dalle zecche per chi frequenta la montagna. Quest’anno, la “stagione delle zecche” sarebbe infatti iniziata in anticipo, favorita dalle alte temperature e dalla siccità. Ci siamo confrontati con Marco Battain, medico di medicina generale in pensione, perfezionato in medicina di montagna, attualmente componente della Commissione centrale medica del Cai.

«È più facile per gli escursionisti, rispetto agli alpinisti, venire a contatto con le zecche, in quanto queste ultime stazionano tra la vegetazione, in prossimità dei sentieri e nei punti più frequentati dagli animali».

Un artropode pericoloso

Battain ricorda infatti che questo artropode arriva sulla cute di esseri umani e animali «saltandoci sopra», quando questi ultimi transitano nei pressi della vegetazione nella quale si trova.

«Di solito colpiscono gli uomini e le donne nella zona che va dalle caviglie alla cintola, ma può succedere che arrivino fino al collo, dipende dall’altezza dell’erba e dei cespugli nei quali stazionano».

Occorre precisare che le zecche non hanno un pungiglione vero e proprio, ma un rostro, un apparato boccale in grado di penetrare la cute e succhiare il sangue degli ospiti.

«Quando si attaccano iniettano una sostanza anestetica che non fa provare dolore. Questo perché, avendo bisogno del sangue dell’ospite per produrre le uova, devono stare attaccate per cinque, sei giorni per succhiare il quantitativo che occorre loro».

Zecca dei boschi
Una zecca dei boschi (Ixodes ricinus)

Malattia di Lyme ed encefalite

Il problema è rappresentato dal fatto che questi artropodi possono essere portatori di malattie, che “prendono” dalla selvaggina con cui sono venuti in contatto in precedenza. Esse sono essenzialmente due.

«Una è la “malattia di Lyme”, una malattia batterica che provoca manifestazioni cutanee come arrossamenti e dolori articolari. Compare fino a una-due settimane dopo il contatto e deve essere curata con degli antibiotici», spiega Battain. «L’altra, più grave, è l’encefalite, che colpisce il cervello e può avere conseguenze letali. Richiede il ricovero in ospedale e cure intensive. La si può prevenire grazie a un vaccino».

La Provincia Autonoma di Trento, vista la quantità di zecche presenti sui sentieri trentini, ha reso gratuita la somministrazione di questo vaccino ai residenti. «Consiglio di farlo a tutti coloro che vivono in queste zone. È un vaccino efficace, un’efficacia non viene meno con il trascorrere del tempo».

Dalle Dolomiti al Piemonte

Il Trentino è una delle zone dell’arco alpino con il più alto numero di zecche, come del resto tutte le Dolomiti e, più in generale, le Alpi orientali e centrali.

«Ma presto si diffonderanno ulteriormente anche in Piemonte», avverte il medico del Cai. «Questo perché la selvaggina, a partire dagli ungulati, che solitamente attaccano, è maggiormente presente in queste zone. Ora però, seguendo le loro prede, le zecche si stanno spostando anche nelle aree di media montagna dell’arco alpino occidentale».

zecca corpo umano
Una zecca su un corpo umano © Gzen92 - Wikimedia Commons

Abbigliamento e ispezione

Importante a questo punto è ricordare cosa fare per evitare il contatto: in questo senso è fondamentale innanzitutto indossare un abbigliamento adeguato quando si frequentano i sentieri.

«Gli escursionisti si devono vestire il più possibile “da palombari”: sono raccomandati calzettoni e pantaloni lunghi, chiusi alla caviglia. Se possibile, sarebbe opportuno coprire anche le braccia e, magari con un foulard, il collo», ricorda Battain. «Al termine dell’escursione, poi, è molto importante controllare tutti gli indumenti. Se si trovano zecche sui vestiti, è doveroso prestare ancora più attenzione al controllo della pelle, in tutto il corpo. Il corretto abbigliamento e la successiva ispezione sono i comportamenti migliori da adottare. Qualcuno, in alternativa, utilizza i repellenti da insetto, che possono essere in parte efficaci, ma non sono completamente sicuri».

La pinza da zecca

Nel caso si trovasse sul proprio corpo una zecca, entra in campo un altro fattore da approfondire, ovvero la sua rimozione.

«Occorre utilizzare una sorta di piccola tenaglia con cui si arpiona il rostro e si estrae tutta la zecca con l’aiuto di una piccola rotazione. Questo pinza da zecca, anche di plastica, è acquistabile facilmente in farmacia oppure sul web per pochi euro. Questa è l’unica maniera davvero consigliata. Rimuovendo la zecca in maniera impropria, c’è la possibilità di spremerla e di infettarsi con il suo sangue e la sua saliva».