Congresso nazionale della SODAS: riflessioni, emozioni e nuovi orizzonti

Lo scorso weekend a Bologna i quasi duecento partecipanti hanno tracciato nuovi sentieri per un futuro di inclusione e solidarietà.

Sabato 23 e domenica 24 novembre Bologna è diventata il cuore pulsante della solidarietà e dell’inclusione grazie al primo congresso della Struttura operativa di accompagnamento solidale del CAI (SODAS). 

Un evento che ha riunito presso l'Oratorio di San Filippo Neri quasi duecento persone in un viaggio tra riflessioni, racconti e progetti, con al centro un messaggio chiaro: la montagna è per tutti, e il suo potere trasformativo non conosce limiti. La giornata di sabato 23 è iniziata con il toccante ricordo di Angiolino Goffi, socio della sezione del CAI di Gavardo (Brescia) scomparso durante un'escursione in montagna lo scorso 9 novembre. A seguire, spazio al confronto sulla pianificazione e progettazione delle attività di montagnaterapia e sull’escursionismo adattato, per gettare le basi per un futuro di iniziative ancora più inclusive. 

Il professor Stefano Piana ha proposto un'innovativa visione pedagogica, quella della joelette come strumento per trasformare la montagna in un progetto di crescita e consapevolezza per studenti e insegnanti, Andrea Sansoni, autore del libro «Diverso da chi?», e Mauro Bert, consigliere dell'aps ParkinsOnMove, hanno raccontato come la montagna sia diventata per loro una fonte di energia e un simbolo di resilienza, ispirando tutti con il loro coraggio. Ad aprire la giornata di domenica 24 il saluto di Simona Larghetti, consigliera comunale di Bologna e neo consigliera regionale in Emilia-Romagna, che ha sottolineato l’importanza dell’accompagnamento solidale, ribadendo come il prendersi cura degli altri sia una necessità dei nostri tempi. A seguire, lo scrittore e divulgatore Daniele Zovi ha invitato a riflettere sull’importanza di un rapporto armonioso con l’ambiente, ribadendo che solo prendendoci cura della natura possiamo trovare il nostro equilibrio e costruire relazioni autentiche. Con Elio Campiutti (SODAS) ci si è interrogati sul concetto di normalità e, di riflesso, su quello di inclusione. 

L'intervento di Gabriele Favagrossa ha evidenziato quanto il volontariato verso le persone con disabilità favorisca una vita di relazione più ricca, regalando loro momenti di felicità e socializzazione al di fuori del contesto familiare. Uno dei momenti più coinvolgenti della due giorni è stato il racconto della cordata, che ha rimarcato quanto la relazione a tre vertici tra accompagnatore, educatore e paziente crei legami profondi e duraturi.

La proiezione del documentario «Cambiamenti in quota» di Alessandro Beltrame ha avviato un momento di restituzione e confronto sui progetti dedicati ai giovani, con testimonianze degli accompagnatori e attraverso la lettura di pensieri scritti dei ragazzi accompagnati. In un mondo sempre più complesso, la montagna si è rivelata una risposta concreta per trasmettere loro il valore della condivisione e della fatica vissuta insieme.

Le parole di don Luigi Ciotti in chiusura hanno ricordato quanto sia importante rispettare e amare la montagna, che diventa uno strumento di riscatto e una fonte di ispirazione per superare i problemi. Donare il proprio tempo agli altri, legare le emozioni e costruire gruppo sono stati i tre pilastri del suo intervento, che ha lasciato una profonda eco nei cuori dei partecipanti.

«Questo congresso ha dimostrato la voglia di condividere, relazionarsi e trasformare l'io in noi. È stata un'occasione per dialogare con chi accompagna, per capire dove vogliamo andare e come crescere - dice Ornella Giordana, presidente SODAS -. Quello che emerge è che i soci e le socie del CAI sono fortemente motivati, e sono certa che i progetti di accompagnamento cresceranno sempre di più. Questi due giorni sono uno stimolo per continuare a camminare insieme in questa direzione con l’accresciuta consapevolezza di essere parte di un processo di trasformazione dell’etica dell’andare in montagna».