Cucciolo di orso abbandonato: il PNALM tenta il reinserimento in natura

A Pizzone una cucciola di orso bruno marsicano, trovata sola e in pericolo, è stata salvata dal Parco. Ora si lavora con delicatezza per prepararla a tornare, un giorno, in libertà.

 

Il cucciolo di orso marsicano © Facebook PNALM

Un cucciolo di orso bruno marsicano è stato recuperato nei pressi del centro abitato di Pizzone, in Molise, a ridosso della Strada Statale 158. A darne notizia è il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (PNALM), che ha diffuso un comunicato dettagliato sull’intervento avvenuto nei giorni scorsi.

La segnalazione è arrivata da alcuni cittadini che hanno notato il piccolo orso vagare solitario, senza la madre. I guardiaparco, intervenuti prontamente, hanno inizialmente optato per un monitoraggio discreto dell’area mediante fototrappole, nel tentativo di favorire un possibile ricongiungimento familiare. Nel tardo pomeriggio poi, la situazione è precipitata: il cucciolo era ormai troppo vicino alla strada, in un contesto privo di segnali che indicassero la presenza della madre. Vista la pericolosità dell’ambiente circostante, caratterizzato dalla presenza di cani da guardiania, lupi e infrastrutture stradali, e la completa dipendenza del cucciolo dalla madre, si è deciso di procedere al recupero e al trasferimento presso il Centro Faunistico del Parco a Pescasseroli. Il protocollo attivato è lo stesso utilizzato nel 2015 per il celebre caso dell’orsetta Morena.

Il cucciolo, una femmina di circa 4-5 mesi dal peso di appena 3 chili, è stato accolto in una struttura protetta dove ha avviato un delicato percorso di svezzamento. La piccola orsa è apparsa da subito reattiva, ma la transizione dal latte materno a una nuova dieta e il monitoraggio delle condizioni di salute hanno richiesto la massima cautela. In questa fase è stato fondamentale limitare il contatto umano per evitare qualsiasi forma di imprinting che potrebbe compromettere la futura reintroduzione in natura.

 

Tre giorni di silenzio per il suo bene

Il Parco ha voluto sottolineare anche la pressione mediatica ricevuta nei giorni successivi al recupero dell’animale. Nonostante le richieste di immagini e video, gli operatori hanno preferito attendere 72 ore prima di pubblicare un breve filmato, scegliendo di dare priorità assoluta al benessere della cucciola. “Ci ha colpito molto la pressione ricevuta da alcuni Media che, in prima istanza, chiedevano video già fatti o da realizzare, anche da loro, in loco” scrivono sui social. “Il breve filmato pubblicato oggi è il primo video che ci siamo permessi di realizzare, dopo 72 ore dedicate in via prioritaria al benessere e alla tranquillità del cucciolo”.

“Vogliamo trasformare questi episodi in un'occasione utile per fare una riflessione fondamentale, affinché i mesi di lavoro intenso e delicato che ci attendano, proseguano nel migliore dei modi” continuano. “Il nostro lavoro richiede grande attenzione e tanto equilibrio, il tutto dettato dalle precauzioni, elementi fondamentali per provare a navigare in sicurezza in un mare di complessità e incertezze. Vogliamo ripeterlo: l'operazione non è per nulla semplice, le variabili in gioco sono tante e il lieto fine una delle possibilità. La comunicazione è parte fondamentale della nostra società, ma mai potrà venire prima del benessere di un animale selvatico per il quale ci auguriamo la reintroduzione in natura".

“Queste prime immagini che abbiamo girato, che servono per documentare la crescita dell'orsetta, vengono mostrate perché testimoniano anche che sta imparando a mangiare direttamente dalla ciotola: un fatto che ci consente di limitare il contatto diretto dovuto all’alimentazione col biberon. Vi terremo informati sugli sviluppi”.

Prossimi passi

Dopo la fase iniziale di cura e svezzamento, l’orsetta sarà trasferita in un’area appositamente allestita nella Riserva Naturale del Feudo Intramonti, gestita dai Carabinieri Forestali. Si tratta di un ambiente naturale controllato, in cui l’unico contatto umano sarà quello con l’addetto all’alimentazione, proprio per ridurre al minimo qualsiasi forma di abituazione all’uomo. Nel frattempo, sono proseguite le ricerche della madre, senza esito. Nessuna traccia di sangue, esche o altri elementi che facciano pensare a un evento traumatico. Resta plausibile l’ipotesi che la femmina si sia allontanata per sfuggire a maschi in calore, documentati nella zona nei giorni precedenti.