@IG Charles Dubouloz
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@IG Charles DuboulozGrande avventura sul Monte Bianco per Charles Dubouloz, che in sei giorni in solitaria, dal 9 al 14 dicembre ha ripetuto Divine Providence sul Grand Pilier d’Angle, in solitaria invernale. Il tutto con partenza da Annecy e prolungamento fino alla cima del Monte Bianco.
La via, che solca la parete est con una linea diretta, è stata aperta nell’agosto 1984 da Patrick Gabarrou e François Marsigny. La prima solitaria invernale è stata effettuata da Alain Ghersen già nel febbraio 1993. Dubouloz ha però integrato la sua ripetizione nello "spirito del tempo", decidendo di affrontare l'impresa in ecopoint, ovvero portando realmente a zero l'impatto ambientale dell'avvicinamento e aggiungendo la cima del Monte Bianco per la Cresta di Peuterey, suggellando così degnamente l'avventura.
Dubouloz è partito il 7 dicembre da Annecy e ha raggiunto Chamonix in bicicletta, trainando il carrellino con il materiale che gli serviva per oltre cento chilometri. Il giorno seguente ha risalito con gli sci tutta la Mer de Glace fino al rifugio Torino, per oltre 2.500 metri di dislivello. Da lì, si è diretto alla parete est del Grand Pilier d’Angle, che si eleva sul ramo meridionale del Ghiacciaio della Brenva, sul versante italiano del Monte Bianco, aiutato da due amici per il trasporto del materiale. Alla base della parete, il Grand Pilier d’Angle ha fatto sentire la sua "presenza". "Come spesso accade, una parte di me mi gridava di scappare: Torna a casa al caldo. L’altra però, il mio fuoco interiore, mi spingeva a salire".
Nei successivi sei giorni, con cinque bivacchi, il 36enne ha lentamente guadagnato quota, con difficoltà fino al 7b, tratti di misto estremo e affrontando sezioni dove proteggersi era sostanzialmente impossibile. Dubouloz è uscito sabato 13 dicembre: provato per le difficoltà e per lo sforzo, ha optato per un ulteriore bivacco in quota. La mattina seguente ha salito la leggendaria cresta di Peuterey e ha raggiunto la cima del Monte Bianco nel primo pomeriggio. Purtroppo le condizioni meteorologiche avverse gli hanno impedito di volare in parapendio dalla vetta, pertanto è ritornato a Chamonix a piedi. Giusto per rendere l'idea della portata dell'impresa, basti pensare che Charles ha perso quasi un chilo di peso al giorno. "Ho avuto il tempo di trovare ciò che cercavo: la fatica estrema, quella che non mente, che riduce l’uomo all’essenziale. Provo una profonda gratitudine verso la montagna che, ancora una volta, mi ha permesso di realizzare uno dei miei sogni".