Divieto di accesso alla Ferrata Berti - Foto Soccorso Alpino e Speleologico Veneto - CNSAS
Divieto di accesso alla Ferrata Berti - Foto Soccorso Alpino e Speleologico Veneto - CNSAS
Divieto di accesso alla Ferrata Berti - Foto Soccorso Alpino e Speleologico Veneto - CNSAS
Divieto di accesso alla Ferrata Berti - Foto Soccorso Alpino e Speleologico Veneto - CNSAS“Attenzione! La Ferrata Berti è chiusa”. Si apre così il post di allerta, condiviso sui social dal Soccorso Alpino e Speleologico del Veneto, a seguito di un intervento di recupero di un escursionista in difficoltà sulla ferrata Berti, nel gruppo del Sorapis, realizzato nel pomeriggio di giovedì 31 luglio.
Dal 19 giugno, l'accesso alla ferrata risulta vietato, secondo una ordinanza emessa dal Sindaco di San Vito di Cadore, liberamente fruibile sul sito ufficiale del Comune. L’accesso è, nel dettaglio, vietato sia da San Vito che da Cortina, a seguito del verificarsi di scariche di sassi dalla frana della Croda Marcora. La vetta dolomitica è stata oggetto di diversi crolli, specialmente negli ultimi anni. A causa della frequenza e della gravità degli eventi, l'area è costantemente monitorata. con la collaborazione di enti come la Protezione Civile, i geologi e l'ARPAV, per garantire la sicurezza e prevenire ulteriori rischi.
Come riportato nella ordinanza comunale, attualmente sussiste “una grave condizione di potenziale pericolo per la pubblica incolumità causato dai possibili movimenti franosi” e “le condizioni generali sono aggravate dalla possibilità di pericolo imminente da parte dei fruitori nel percorso e da gruppi organizzati da associazioni o organizzazioni turistiche specializzate allo scopo, che potrebbero avere conseguenze gravi per la loro salute”. Non essendo possibile risolvere il problema con mezzi ordinari, unica strada percorribile risulta essere al momento quella della interdizione.
In ferrata nonostante i divieti
Nonostante gli avvisi diffusi sul web, sui social e l’apposizione di una cartellonistica informativa agli accessi del sentiero (in lingua italiana e inglese), non manca chi decida di percorrere ugualmente la ferrata. Nelle ultime settimane, il Soccorso Alpino del Veneto è stato chiamato a intervenire due volte sull’itinerario. Il 19 luglio per recuperare due escursionisti belgi, nella giornata di ieri a supporto di un escursionista inglese di 60 anni.
Verso le 15:30, l’uomo ha allertato i soccorsi, informando di essere sulla Ferrata Berti ed evidenziando che si stessero verificando scariche di sassi. È stato quindi invitato a non muoversi, e attendere l’arrivo dei soccorritori.
Per identificare la posizione precisa dell’escursionista e procederne al recupero, si è dovuto attendere che le nubi basse attorno alla vetta, si alzassero, consentendo un incremento di visibilità. L’uomo si trovava esattamente al centro della frana, a una quota di 2400 metri. Un punto estremamente delicato. Sul posto è stato inviato un elicottero e si è proceduto a un recupero mediante verricello. Trasportato al campo base, l’escursionista è stato affidato ai soccorritori.
Una storia a lieto fine, che evidenzia ancora una volta l’efficienza delle squadre del Soccorso Alpino, e al contempo invita a riflettere sull’importanza dell’informarsi adeguatamente prima di intraprendere una escursione. In questo periodo dell’anno, dalle Alpi agli Appennini, si riscontrano molteplici casi di interdizione di sentieri, per ragioni di sicurezza, come nel caso della ferrata Berti, o di salvaguardia della biodiversità, come accade su alcuni sentieri del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, che nella stagione estiva prevedono accessi contingentati (e consentiti esclusivamente se accompagnati da guide qualificate), per la tutela del camoscio appenninico e dell’orso marsicano.
Essenziale è raccogliere informazioni sugli itinerari ipotizzati, verificandone lo stato di percorribilità.