Lavori di manutenzione sulla Schiara - Foto FB CAI Belluno
Lavori di manutenzione sulla Schiara - Foto FB CAI Belluno
Lavori di manutenzione sulla Schiara - Foto FB CAI Belluno
Lavori di manutenzione sulla Schiara - Foto FB CAI Belluno
Lavori di manutenzione sulla Schiara - Foto FB CAI Belluno
Lavori di manutenzione sulla Schiara - Foto FB CAI Belluno
Lavori di manutenzione sulla Schiara - Foto FB CAI BellunoLa sezione CAI di Belluno, impegnata costantemente nella manutenzione ordinaria e straordinaria degli itinerari che corrono nel Gruppo della Schiara, nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, è intervenuta nelle scorse settimane nella messa in sicurezza della Ferrata Berti e di altri itinerari della Schiara.
“Possiamo dire con orgoglio che l’intero versante nord della Schiara è ora completamente manutentato”, si legge nella nota della sezione, diffusa sui social al termine dei lavori di sistemazione, in cui vengono dettagliati gli interventi portati a termine nel corso dell’anno.
In relazione alla Ferrata Berti, che dal Bivacco Dalla Bernardina conduce fino alla cima del Monte Schiara (2.565 m), il CAI Belluno informa di aver provveduto a sostituire i chiodi mancanti, aggiungere nuovi punti di appoggio e tirare le corde. A intervenire nella manutenzione della via, come evidenziato dalla sezione, la guida alpina Pierangelo Pedol, i volontari Roberto, Claudio e il presidente del CAI Belluno Paolo Barp.
Inaugurata nel 1959, la Ferrata porta il nome di Antonio Berti, figura di spicco dell'alpinismo e della cultura montana. Berti fu accademico del CAI, Alpino durante la Grande Guerra, e si distinse per aver raccolto relazioni dettagliate di vie alpinistiche nelle Dolomiti Orientali, culminate in una guida dal titolo “Dolomiti Orientali" della collana Guida dei Monti d'Italia.
L’itinerario è parte del celebre "Anello delle Ferrate della Schiara" o "Trittico", che permette di compiere un'escursione ad anello molto impegnativa, partendo con una salita lungo la Ferrata Zacchi (o Sperti), proseguendo poi attraverso la Berti per raggiungere la cima e procedere in discesa lungo la Ferrata Piero Rossi (ex Marmol).
Oltre alla Ferrata Berti, sono stati oggetto di recenti interventi di manutenzione, i tratti attrezzati per giungere alla Gusela dal Rifugio Bianchet (sentiero EE n. 503), dove il CAI ha provveduto a posizionare nuove corde e maniglie.
Tra il 2024 e il 2025, interventi ulteriori hanno interessato il sentiero n. 503 (Rifugio Bianchet – Gusela), il sentiero n. 514 (Casonet – Nerville – Forcella del Marmol; Alta Via n. 1 delle Dolomiti), il sentiero n. 507 (Ponte Mariano – Forcella Tanzon) e il sentiero n. 537 (Rif. Bianchet – Monte Coro).
Sistemazioni rese possibili dal contributo economico del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, al quale, come si legge nella nota della sezione, “va la nostra gratitudine per la collaborazione fattiva sia in termini di contributo sia per l'espletamento delle pratiche necessarie”. Indispensabile per raggiungere gli obiettivi, accanto ai finanziamenti, è anche il ruolo svolo dai volontari, cui va il ringraziamento del CAI. “Un grande grazie a tutti i volontari che, con impegno e passione, continuano a prendersi cura dei nostri sentieri in un ambiente tanto affascinante quanto impegnativo!”
Dolomiti sempre più fragili
Il gruppo della Schiara, nel Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, sta mostrando al pari di molte altre aree dolomitiche, segni crescenti di instabilità. Fenomeni di dissesto idrogeologico e crolli si intensificano soprattutto nei mesi estivi, promossi da una combinazione di fattori, quali le alte temperature, fenomeni meteorologici violenti e la fusione del permafrost. Nell’agosto 2023 un grande crollo dal Teston della Schiara, nel tratto strapiombante sommitale, ha interessato in maniera diretta e grave le vie ferrate sottostanti: la Ferrata del Marmol e la Ferrata Zacchi. Questi crolli hanno reso necessari interventi di ricognizione, messa in sicurezza e valutazione dei danni ai cavi e alle attrezzature, portando alla chiusura temporanea delle vie.
Esempi che evidenziano quanto sia importante, soprattutto in aree altamente fragili, informarsi in maniera corretta e approfondita, sulla sicurezza e agibilità dei sentieri, prima di intraprendere uscite in quota.