Koller sulla parte più dura, al quarto tiro @FB I. Koller
Igor Koller in vetta @FB I. Koller
La via della caramelle
Foto di vetta con Martin
La via, tracciata in verdeIl capolavoro - o forse la via più conosciuta- di Igor Koller è probabilmente la Weg durch den fisch, o più semplicemente Il pesce, in Marmolada, ma l'attività di uno dei massimi esponenti dell'alpinismo slovacco ed europeo non si può certo ridurre al primo exploit di VII+ sulle Alpi. Koller ha aperto altre vie di grande valore sempre in Marmolada, ma ha tracciato itinerari arditi anche sulla parete est-nord est del Pizzo Badile e sullo sperone nord del Pizzo Cengalo, sempre spingendo al massimo il concetto di arrampicata libera su alte difficoltà e limitando l'artificiale il più possibile.
Koller è stato protagonista di notevoli exploit alpinistici pure sulle montagne di casa: tra questi va annoverata l'apertura di Bonbónová cesta, la via delle caramelle (VI-, A1, R3), negli Alti Tatra. L'itinerario fu aperto il 17 agosto 1974, quando Igor aveva appena 22 anni e non era ancora ben conosciuto sulle nostre montagne: con il socio Andrej Belica, risalirono per sei lunghezze la parete ovest del Lomnický štít, valutando la scalata VI-, ma al tempo la scala delle difficoltà era ancora chiusa. Quella via divenne comunque un immediato punto di riferimento per gli alpinisti locali, ma la prima libera arrivò solo nel 1983, per mano di Alan Formánek e Rudolf Mihál.
A distanza di 51 anni, Koller è tornato sulla sua via per ripeterla con Martin Krasňanský. A 73 anni quasi compiuti (il compleanno è il 2 settembre), Igor è riuscito a ripercorre la propria via e a salire i due tiri più difficili da capo cordata, confessando di avere versato qualche lacrima dopo esserci riuscito. Koller aveva già provato a fare in libera la Candy l'anno passato, ma non era stato in grado. Martin ha confermato la grande determinazione di Koller nella scalata su difficoltà sostenute (probabilmente paragonabili almeno a un VII- di oggi) e con protezioni distanti. Krasňanský ha rilevato anche la grande generosità del compagno di cordata nel portare lo zaino con acqua e scarpe per agevolarlo nella sua libera. Koller a sua volta si è commosso per il supporto ricevuto e l'accoglienza trovata in cima. "Martin mi ha fornito un sostegno incredibile e mi ha portato fuori presto. E proprio come 51 anni fa, oggi che sono quasi 73enne, sono stato il primo a scalare le due lunghezze più dure, ma questa volta in libera e al primo tentativo! Fantastico percorso, ma alpinismo abbastanza serio, per scalatori esperti. E ciliegina sulla torta, con la cresta dei Tatra all'orizzonte, abbiamo incontrato Jaro Michalka e tutta la famiglia di Pavol Barabáš".