Il ritorno del gipeto in Valle dell'Orco, il PNGP annuncia l'involo di Chapilot Flaffy e Tajaril

Nel 2025, dopo 112 anni di assenza, il gipeto è tornato a nidificare sul versante piemontese del Parco Nazionale del Gran Paradiso. A inizio agosto il Parco ha annunciato con soddisfazione l'involo di due nuovi piccoli, ribattezzati Chapilot Flaffy e Tajaril.

Nel mese di febbraio 2025, il Parco Nazionale del Gran Paradiso, ha annunciato il ritorno alla nidificazione da parte del gipeto (Gypaetus barbatus) , uno dei più grandi rapaci europei, nel versante piemontese dell'area protetta. Un evento eccezionale e prezioso per la biodiversità del Parco, all’interno del quale, nell’ultimo decennio, è stata accertata la presenza di 3 coppie nidificanti, concentrate sul versante valdostano. Era da oltre 100 anni che non si registravano casi di nidificazione nella parte piemontese, 112 anni per la precisione. 

Il nido, o meglio i nidi, come è stato successivamente possibile scoprire tramite gli aggiornamenti pubblici forniti dall'ente, sono stati identificati in Valle Orco. Sulla posizione precisa, a tutela delle coppie di rapaci impegnati in una delicata fase riproduttiva, è stato mantenuto il massimo riserbo. A inizio agosto, è arrivata dal Parco una ulteriore notizia positiva: i due giovani gipeti, nati dalla schiusa delle uova deposte in inverno, hanno spiccato il volo.

 

L'involo di Chapilot Flaffy e Tajaril

In gergo tecnico, il momento in cui i giovani gipeti abbandonano per la prima volta il nido, è definito “involo”. Secondo quanto riportato dal PNGP, il primo gipeto si è involato all'inizio di luglio, “mentre il secondo ha preferito approfittare per qualche tempo in più delle cure parentali, lasciando il nido solo a fine luglio”.

“Primo” e “secondo” gipeto hanno in realtà dei nomi precisi. Si chiamano infatti Chapilot Flaffy e Tajaril e sono nati, rispettivamente, da una coppia di genitori che ha scelto per la nidificazione l’area di Ceresole Reale e una coppia localizzata a Noasca. 

A scegliere il nome Chapilot Flaffy sono stati, nel mese di marzo, i bambini della scuola elementare di Ceresole Reale. "Chapilot" in dialetto locale significa "ceresolino", mentre "Flaffy", rimanda all’aspetto soffice del pulcino. Tajarin, omaggio a un piatto tipico della cucina piemontese che ricorda le tagliatelle, è invece una scelta dei Guardiaparco del PNGP. Per completezza di informazione, i genitori di Tajarin, sono noti come la coppia Bucatino e Lasagna.

Altri involi si sono registrati tra giugno e luglio anche sul versante valdostano del Parco che, come accennato, vede una costante attività di nidificazione da parte del gipeto già da circa un decennio. “In tutto questo periodo – sottolinea il Parco - , i nidi sono sempre rimasti sotto l'attenta sorveglianza dei Guardaparco.”

Da evidenziare è che, nel Parco Nazionale Gran Paradiso, il ritorno della specie sia avvenuto naturalmente, senza reintroduzioni dirette. Il gipeto sceglie l’area protetta perché vi trova condizioni ottimali per la nidificazione, ovvero un habitat idoneo (la specie nidifica su pareti rocciose e valloni impervi) e scarso disturbo antropico. 

 

 

 Il ritorno del Gipeto, l"avvoltoio degli agnelli"

Il ritorno del gipeto nel versante piemontese del PNGP è una notizia molto positiva. Questo maestoso rapace, la cui apertura alare può raggiungere i 3 metri, anche come "avvoltoio barbuto” o “avvoltoio degli agnelli", per una falsa credenza che lo descriveva come un pericoloso predatore del bestiame domestico, si era estinto completamente sulle Alpi all'inizio del secolo scorso, a causa dell'uomo. 

Nel XX secolo, l’originario areale di distribuzione ha manifestato una forte contrazione e attualmente, anche se vi sono positivi segnali di espansione, la specie è ancora inserita nella Lista Rossa IUCN (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) come “near threatened”, ovvero “prossimo alla minaccia”. La specie richiede ancora protezione e monitoraggio per garantire la sopravvivenza a lungo termine.

Il ritorno del gipeto sulle Alpi è merito di un progetto internazionale di reintroduzione avviato negli anni Ottanta, che coinvolge diversi Stati europei. Il progetto ha visto il rilascio in natura di esemplari allevati in cattività presso centri di riproduzione, in alcune aree alpine, allo scopo di creare una piccola popolazione autosufficiente, un nucleo di ripartenza. Il gipeto ha iniziato a riprodursi così lungo l’arco alpino, non in maniera omogenea. Nello specifico, la nidificazione sul versante piemontese è risultata particolarmente lenta. 

Nel 2019 sono stati registrati i primi involi nelle Valli di Lanzo. Dal 2023 è attestata la ripresa della riproduzione della specie anche in Valle Maira. La nascita dei gipeti in Valle dell’Orco è un segnale positivo, a conferma della riespansione di coppie riproduttive sul territorio piemontese.

Il gipeto svolge un ruolo fondamentale nell'ecosistema alpino come "spazzino", nutrendosi quasi esclusivamente di carcasse e ossa di animali morti. La loro reintroduzione contribuisce dunque a ripristinare un equilibrio ecologico perduto.