Invito al turista

Se il desiderio di stare all'aria aperta negli ultimi anni è cresciuto in modo tangibile, la promozione dei territori alpini è rimasta parzialmente imbalsamata all'interno di vecchi schemi.
Con l'estate ormai alle porte, i primi annunci e i primi articoli comparsi sulle riviste di settore propongono come ogni anno le solite mete, i soliti trekking, le solite esperienze.

La pluralità e la ricchezza paesaggistica delle nostre montagne - un intreccio di storie, culture e panorami - viene così ridotta da una narrazione che si replica fondamentalmente inalterata.

©Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico – CNSAS. Agosto 2020

È questo un modo di pubblicizzare le montagne che spesso ha ripercussioni non trascurabili sul territorio e sulle persone che lo abitano, causando dinamiche di sovraffollamento, di eccessiva pressione sugli ecosistemi e di iniqua distribuzione dei proventi derivati dal turismo. 
È per tutti evidente, infatti, che se alcune vallate si riempiono all'inverosimile, altre (di pari bellezza) sono invece abbandonate a un destino di spopolamento e degrado.

Allora il mio invito è quello di rivolgervi alla montagna con sguardo rinnovato, iniziando a considerare (carte geografiche alla mano) anche i territori esterni rispetto ai principali flussi turistici.
Fatelo con rispetto, provando a cogliere la poesia e il fascino degli elementi in essi già esistenti e che li rendono unici. 
Andate in montagna uscendo dalla logica dei social network, che spesso inducono a raggiungere una località non tanto per inseguire un'esperienza sincera, ma per dimostrare di averla visitata. 

La nostra Penisola è ricca di rilievi incantevoli, ma molti di essi non sono adeguatamente valorizzati. A volte, tuttavia, per scorgerli è sufficiente alzare la testa alla ricerca di una prospettiva meno convenzionale, così da essere artefici della propria esperienza.

©Pietro Lacasella