Se non fosse che quando ti parla senti una vera emozione trasparire dalle sue parole, penseresti di essere di fronte a un robot. Sono i numeri delle sue "scorribande" a etichettarlo come atleta d'eccezione: anche nella sua ultima impresa, Benjamin Védrines ha macinato ben 320 chilometri e 14.200 metri di dislivello in 39 ore, collegando le Grandes Jorasses, il Cervino (Lionel-Hörnli) e l'Eiger (cresta Mittelegi) in solitaria, senza impianti di risalita o veicoli a motore. L'alpinista francese ha unito parapendio, ciclismo e alpinismo in questa sua ultima avventura, completata l'11 agosto.
Il 2025 di Védrines sembra davvero magico: a febbraio ha completato la ripetizione in solitaria della via B.A.S.E. (1000 metri, M8+, 7a) al Petit Dru, a metà tra prestazione sportiva e suggestioni storiche legate alla sua grande ammirazione per Bonatti, a maggio ha realizzato un nuovo record di salita e discesa dal Bianco con gli sci e ha attraversato l'intero gruppo con l'amico Nicolas Jean.
La sua ultima avventura lo ha messo alla prova sia sotto il profilo fisico che mentale, come ha spiegato nei suoi post più recenti: "Che sollievo atterrare a Grindelwald dopo 39 ore di attraversamento delle Alpi da Courmayeur a piedi, bici e parapendio. La sfida era il concatenamento senza sosta di Grandes Jorasses, Matterhorn ed Eiger, tre iconiche vette alpine, unite solo dalla forza delle mie gambe. È stata una vera prova di abilità e resistenza alpina, sopra i 4000 metri, dove la concentrazione è vitale perché una scivolata può essere fatale. È stata una avventura incredibile, piena di paesaggi stupendi, sensazioni intense, che ha richiesto forza mentale. Provo un senso di liberazione e orgoglio per averla fatta".
La tabella oraria lo ha visto partire alle 1.30 del mattino da Palud, per raggiungere Punta Walker alle 8.00, Cervinia alle 12.45, vetta del Cervino alle 18.00, Zermatt alle 20.10, Grindelwald alle 9.00, cima dell'Eiger alle 16.30 e di nuovo Grindelwald poco prima delle 17.00.
Dalle clip pubblicate si possono "rubare" gli highlights della sua impresa. "L'attraversamento delle Jorasses mi ha davvero catturato. I colori dell'alba, scalate e discese per guglie aguzze, il tutto ambientato in un ambiente maestoso. Alpinismo puro. Emozioni indimenticabili. Mi sono sentito vivo. La concentrazione era fondamentale. Le creste non perdonano. Ogni movimento doveva essere preciso, nonostante la fatica. L'equipaggiamento è stato ridotto al minimo, per avere più resistenza".
Tra le difficoltà che hanno segnato la sua avventura, Benjamin ricorda la partenza dalle Grandes Jorasses con vento forte, i ripetuti colpi di sonno nella discesa dal passo del Grimsel e un paio di tiri ripidi sulla Cresta di Mittelegi, che hanno richiesto concentrazione totale.