Piolet d’Or 2025: due spedizioni sostenute dal CAI tra le italiane in lizza per l’Oscar dell’alpinismo

Dal 9 al 12 dicembre San Martino di Castrozza ospita la nuova edizione del Piolet d’Or, con numerose salite italiane in lista e la Special Mention femminile alle slovene Anja Petek e Patricija Verdev per la prima salita del Lalung I.

Come ogni anno torna il Piolet d’Or, l’Oscar dell’alpinismo che celebra lo spirito più autentico di questa disciplina. È stata da poco resa pubblica la big list delle ascensioni meritevoli, da cui verranno selezionate le vincitrici del prestigioso riconoscimento. La cerimonia di assegnazione si terrà anche quest’anno in Italia, a San Martino di Castrozza, dal 9 al 12 dicembre.

La giuria internazionale, composta da sette figure di spicco dell’alpinismo contemporaneo: Ethan Berman (USA), Aymeric Clouet (Francia), Young Hoon Oh (Corea del Sud), Ines Papert (Germania), Enrico Rosso (Italia), Jack Tackle (USA) e Mikel Zabalza (Spagna). i giudici saranno chiamati a individuare le ascensioni che meglio incarnano i valori del Piolet d’Or: impegno, esplorazione, stile e rispetto per la montagna.

Tra le numerose spedizioni italiane presenti nella lista di quest’anno, spiccano due progetti sostenuti dal Club Alpino Italiano: la spedizione di Matteo De Zaiacomo e Chiara Gusmeroli in Pakistan e quella delle alpiniste Alessandra Prato e Camilla Reggio, del CAI Eagle Team, in Kirghizistan. Due realizzazioni diverse per stile e contesto geografico, ma unite dallo stesso spirito esplorativo e dall’impegno del CAI nella promozione dell’alpinismo giovanile e di alto livello.

Accanto a loro figurano altri nomi di spicco della scena italiana - tra cui Matteo Della Bordella, Simon Gietl, Massimo Faletti, Emanuele Andreozzi e Christian Casanova -, protagonista anche quest’anno sul palcoscenico internazionale del Piolet d’Or.

 

Tutte le ascensioni italiane nominate

  • Matteo De Zaiacomo e Chiara Gusmeroli

    Prima salita di una nuova via di 900 m, 26 tiri, difficoltà fino a 7a e A3 sullo Sckem Braq, Nangma Valley, Karakorum, Pakistan.

     

  • Roger Bovard, Emrik Favre e Stefano Stradelli

    Salita della cresta sud‑sud‑est del Kimshung Sar (Massiccio del Langtang, Nepal) fino a circa 6305 m su cima rocciosa (non la vetta principale) per sicurezza, evitando cornici pericolose.

     

  • Alessandra Prato e Camilla Reggio

    Apertura della via Messy Dreamers nella Ak‑Su Valley, Kirghizistan. Spedizione durata 24 giorni.

     

  • Matteo Della Bordella, Alex Gammeter, Silvan Schüpbach e Symon Welfringer

    Prima salita della via Odissea Borealis, parete nord‑ovest del Drøneren (Inugsuarmiut Fjord, Groenlandia). 1200 m, 35 lunghezze, 7b.

     

  • Emanuele Andreozzi, Fabio Tamanini e Vaida Vaivadaite

    Prima salita della via Per Elisabetta sulla parete nord del Monte Fop (2883 m, Dolomiti, Italia). Circa 500 m, misto difficile (WI6, M6+).

     

  • Simon Gietl e Martin Feistl

    Nuovo percorso parziale di Aura sulla parete nord‑est del Sassolungo (3181 m, Dolomiti, Italia). Circa 1000 m, misto AI5, M6.

     

  • Christian Casanova, Francesco Favilli e Mathieu Maynadier

    Prima salita di Mixed Feeling sulla parete nord‑est del Civetta (Dolomiti, Italia). 560 m, difficoltà WI5, M6+.

     

  • Massimo Faletti, Berni Rivadossi e Luca Bana

    Prima salita di Ego Land sul Pilastro Elefante (Parete sud della Marmolada di Ombretta, Dolomiti, Italia). Via di 10 lunghezze, grado 8c/8c+ e 7c+ obl.

 

La “Special Mention” femminile

Un’innovazione recente del Piolets d’Or è l’introduzione di una Special Mention per l’alpinismo femminile, concepita per promuovere e valorizzare le imprese realizzate da donne, o con un ruolo guida femminile, nel contesto dell’alpinismo d’alta quota. Dopo l'assegnazione dello scorso anno a Nives Meroi, per il 2025, il riconoscimento è andato alle alpiniste slovene Anja Petek e Patricija Verdev per la prima ascensione del Lalung I (6243 m), realizzata lungo la cresta est, con 2000 metri di lunghezza e difficoltà M6+ AI5+.
Il duo ha impiegato cinque giorni per realizzare la salita, affrontando condizioni meteo proibitive. Da citare che l'ultima notte, prima della vetta, si sono ritrovate senza tenda, strappata dalla forza del vento e hanno bivaccato sotto alla vetta, a quota seimila.