Preistoria ed ecologia umana sull’Arco alpino orientale

A Spilimbergo e a Pradis si è tenuto l'Aggiornamento nazionale per gli Operatori naturalistici e culturali del Nord Italia, organizzato dal Comitato scientifico veneto friulano giuliano del Cai. Oltre 60 partecipanti, che hanno effettuato un'escursione sull'Altopiano di Pradis
Sono stati oltre 60 i partecipanti all’Aggiornamento nazionale per gli Operatori naturalistici e culturali del Nord Italia che si è tenuto lo scorso fine settimana a Spilimbergo e a Pradis, in Friuli Venezia Giulia. Di loro, 48 erano Titolati, perlopiù di secondo livello, ai quali si sono aggiunti i relatori e qualche familiare.

Lezioni frontali a Splimbergo

Organizzata dal Comitato scientifico veneto friulano giuliano del Cai, la due giorni formativa si è incentrata su Preistoria ed ecologia umana sull’Arco alpino orientale.
«Dopo il saluto del presidente del Cai Friuli VG Silverio Giurgevich, la giornata del sabato è stata dedicata alle lezioni frontali, nell’ampia sala convegni dell’Hotel President di Spilimbergo, bella cittadina in provincia di Pordenone, di origini medievali ma dal cuore rinascimentale», scrive nel suo resoconto Giuseppe Borziello, presidente del Cs Vfg. «Le relazioni, tutte molto dense e di grande interesse, sono state tenute da Renzo Carniello (Il territorio pedemontano fra Livenza e Tagliamento), Marco Peresani (Paleoclima e paleoecologia. Inquadramento cronologico), Giovanni Monegato (Evoluzione tardo quaternaria delle Alpi sud-orientali), Nicola Nannini (Le faune del Pleistocene: quello che le ossa raccontano), Lisa Carrera (Avifaune tra il Pleistocene e l’attuale), Marco Peresani (Paleolitico medio e transizione al Paleolitico superiore: Neandertal e Sapiens), Antonio Guerreschi (Il Tardoglaciale e la colonizzazione della montagna) e Federica Fontana (Il postglaciale: ultimi cacciatori e prime comunità di pastori-agricoltori)».
Grotta del Clusantin
La visita alla Grotta del Clusantin © Cs Vfg Cai

Alla scoperta delle grotte dell'Altopiano di Pradis

La domenica ci si è spostati sul non distante Altopiano di Pradis, dove sono state visitate la Grotta del Clusantin, riparo sotto roccia ubicato al fondo di una grande dolina, e le Grotte Verdi, complesso di varie cavità aperte sui fianchi di una stretta gola, profondamente incisa nella roccia calcarea dal torrente Cosa.
«Si tratta di luoghi molto suggestivi, che furono frequentati in momenti differenti dai Neandertal e dai primi Sapiens. Durante l’escursione sono stati approfonditi gli aspetti legati all’antica presenza di gruppi umani e alle situazioni paleoambientali, tanto diverse dalle attuali. Sono stati inoltre esaminati i fattori geologici e geomorfologici e gli aspetti vegetazionali (particolarmente rilevanti quelli specifici dell’ambiente di forra, esaurientemente illustrati da Gianni Frigo). Nicola Nannini e Federica Fontana hanno accompagnato i corsisti anche nella visita all’interessante Museo della Grotta, nella vicina frazione di Gerchia, che ospita una collezione di reperti paleontologici e archeologici provenienti dalle Grotte Verdi, da quella del Clusantin e da quella del Rio Secco».

Positiva interazione con il mondo accademico

Il corso si è concluso nel pomeriggio con i saluti e i calorosi ringraziamenti rivolti ai docenti, che, conclude Borziello,
«hanno dimostrato non soltanto l’ovvio possesso di importanti competenze scientifiche, ma anche una grande disponibilità e il piacere personale di poter condividere le proprie conoscenze e le proprie esperienze con un pubblico di “non addetti ai lavori”. Estremamente positivo, dunque, questo corso di aggiornamento, sia come interessante opportunità di formazione per i nostri titolati, sia come significativo esperimento di collaborazione e interazione con il mondo accademico e della ricerca scientifica».
La direzione del corso era affidata al sopracitato Giuseppe Borziello e a Renzo Carniello (vicepresidente del Cs Vfg), mentre del coordinamento scientifico si è occupato il prof. Marco Peresani dell’Università di Ferrara. I contributi sono stati portati da docenti e ricercatori appartenenti a varie istituzioni, dall’ateneo di Ferrara al Muse di Trento e al Cnr. Da segnalare la partecipazione di Giovanni Monegato, presidente di Aiqua, Associazione italiana per lo studio del Quaternario, con cui il Cai ha recentemente stipulato una convenzione.